La Ciclovia del Sole in Emilia Romagna tra tagliatelle, vecchie stazioni e tanta pianura!

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La Ciclovia del Sole in Emilia-Romagna corre lungo il tracciato della ex ferrovia Bologna-Verona, attraverso 50 km di pianura emiliana da Mirandola a Bologna. Un percorso ciclabile facile, adatto a tutti, compresi i piccoli cicloamatori, che attraversa zone di grande interesse naturalistico e storico-culturale, intervallate da vecchie stazioni ferroviarie e possenti ponti in metallo dove un tempo correvano i binari del treno.

La Ciclovia attraversa le piccole cittadine della Bassa, luoghi di quieto vivere dove le antiche tradizioni si fondono con la cultura locale, borghi che hanno molto da raccontare e da mostrare ai visitatori. Ovviamente, essendo in terra emiliana, percorrere la Ciclovia è anche un’occasione d’oro per scoprire i numerosi prodotti tipici dell’enogastronomia regionale, una delle anime più autentiche di questo territorio, regno della pasta fresca, del maiale e del buon vino.

Percorriamo  insieme le principali tappe.

Mirandola – cittadina dalla pianta ottagonale, con il Castello dei Pico leggendariamente inespugnabile e il Palazzo Comunale dal bel loggiato. Nelle vicinanze si trovano le Valli Mirandolesi, una Zona di Protezione Speciale con punti sosta per attività di birdwatching.

San Felice sul Panaro – ex feudo della Grancontessa Matilde di Canossa, la cittadina è immersa nel verde della pianura a metà tra Modena e Ferrara. È nota per la Rocca Estense a pianta quadrangolare.

Camposanto – sorta sulla riva sinistra del fiume Panaro, questa cittadina è diventata negli ultimi anni un piccolo museo a cielo aperto grazie ai 20 murales realizzati con il progetto Quadricromie. Nei pressi sorge il Bosco della Saliceta, un’area dalle antichissime origini e oggi zona di riequilibrio ecologico.

Crevalcore – un centro storico porticato, chiuso tra due porte, su cui svetta la Torre Civica. A pochi chilometri le Vasche dell’ex Zuccherificio, un ambiente palustre che comprende le vasche di decantazione del vecchio impianto saccarifero chiuso dal 1985, oggi area di riequilibrio ecologico in cui trovano rifugio numerose specie di uccelli.

Sant’Agata Bolognese – perfetta realizzazione di un insediamento tipico della Bassa emiliana, la cittadina è nota per essere la sede di una delle case automobilistiche più famose del mondo: la Lamborghini. Qui si può visitare anche il Mudetec – Museo delle Tecnologie. Le campagne circostanti raccontano la storia delle Partecipanze Agrarie locali.

San Giovanni in Persiceto – storicamente noto come borgo rotondo per via dell’impianto concentrico del suo centro storico, il paese è celebre per il Carnevale Storico dello “spillo”. Da non perdere la colorata Piazzetta Betlemme, nota anche come Piazzetta degli Inganni per via delle opere murali trompe l’oeil realizzate dallo scenografo hollywoodiano Gino Pellegrini. Nei dintorni segnaliamo La Bora, un’area protetta casa per numerose specie di uccelli e anfibi.

Sala Bolognese – un nome di origine longobarda che significava “casa signorile di campagna con annessi fabbricati rurali” per un Comune composto da diverse frazioni sparse sul territorio. Da non perdere la Pieve in stile romanico-lombardo e un suggestivo giro sulle sponde dei fiumi Reno e Samoggia tra i maceri circondati da olmi e salici bianchi.

Anzola dell’Emilia – la storia di Anzola è stata fin dall’età del bronzo caratterizzata da uno stretto rapporto con l’acqua, una storia oggi custodita e raccontata dal Museo Archeologico Ambientale e dalla sua terramare. Sul territorio costellato da pilastrini (piccole testimonianze di fede costruite per scongiurare i pericoli) sorge anche una delle pievi più antiche della provincia bolognese e il Gelato Museum Carpigiani, il primo e unico spazio museale dedicato alla storia, alla cultura e alla tecnologia del gelato artigianale italiano.
Alla scoperta del “sacro gravel”

Da questo tratto della ciclovia del sole si dirama poi un fitto reticolo di stradine di campagna non asfaltate in grado di soddisfare i desideri a pedali di tutti gli appassionati del gravel (strade di ghiaia) . Attraversando i campi coltivati si entrerà in contatto con l’essenza della cultura agreste emiliana, tra ruderi abbandonati, cascine ancora in funzione e balle di fieno lasciate a seccare al sole. Si pedala in un mondo sospeso in cui solo le moderne macchine agricole ci riportano alla contemporaneità.

La Ciclovia del Sole fa parte della rete EuroVelo: un percorso ciclabile lungo 7.400 chilometri che va da Capo Nord a Malta attraverso Norvegia, Finlandia, Svezia, Danimarca, Germania, Repubblica Ceca, Austria e Italia.

Attualmente il percorso italiano che si può percorrere è il tratto Verona-Bologna.

A questo nei prossimi anni si aggiungerà il tracciato della parte appenninica, che da Bologna sale fino al crinale tosco-emiliano (oggi si può percorrere su percorsi per ciclisti esperti, oppure in treno) per poi arrivare fino a Firenze.

Per maggiori info, conoscere i Servizi presenti lungo la Ciclovia e scaricare il percorso GPS, date un’occhiata al sito ufficiale cicloviadelsole.it o seguite la pagina Facebook e l’account Instagram.

Altri spunti e percorsi per scoprire l’Emilia-Romagna su due ruote potete trovarli nella sezione Cicloturismo del portale regionale EmiliaRomagnaTurismo.

Gabriel Betti

 

Vittorio Veneto e il Cammino del Prosecco

A metà strada tra Venezia e Cortina d’Ampezzo situata ai piedi delle Prealpi trevigiane e delle colline del Prosecco patrimonio Unesco, Vittorio Veneto è il capoluogo delle Prealpi Trevigiane.

La città di Vittorio Veneto ha una storia antica e affascinante, risalente all’epoca romana. Tuttavia, uno degli eventi più significativi nella storia della città è stata la battaglia di Vittorio Veneto, che ha segnato la fine della prima guerra mondiale e che portò alla vittoria dell’Italia nel 1918. Oggi, la città è un simbolo della pace e della riconciliazione, ed è stata riprogettata in modo da riflettere questo messaggio.
Vittorio Veneto, nasce dall’unione di due borghi storici: Ceneda, il Borgo dei Vescovi e Serravalle, il borgo dei nobili. Entrambi conservano un ricco patrimonio artistico e culturale, testimoniato dai loro duomi, dalle loro logge, dai loro palazzi e dai loro musei.
Frequentata in epoca rinascimentale dai massimi artisti italiani, quali, tra gli altri, Jacopo Sansovino e Tiziano Vecellio, ha dato i natali nel XVIII secolo a Lorenzo Da Ponte, letterato e librettista delle più importanti opere di Mozart; Vittorio Veneto è stata sede dell’episcopato di Albino Luciani, divenuto successivamente Papa Giovanni Paolo I.
Il paesaggio collinare che abbraccia la città, dominato dal Castello vescovile, è caratterizzato per la rinomata ed estesa produzione vitivinicola del Prosecco Superiore
Ceneda è il borgo meridionale di Vittorio Veneto, storicamente legato all’autorità dei vescovi. Il suo cuore è piazza Giovanni Paolo I, dedicata al papa nato proprio qui nel 1912. Qui si trovano la cattedrale di Santa Maria Assunta e San Tiziano, il seminario vescovile e l’antica loggia della comunità, che oggi ospita il Museo della Battaglia. Questo museo è uno spazio moderno e interattivo che racconta la storia e le testimonianze della Grande Guerra, attraverso reperti, documenti, foto e video. Salendo per via Brevia si raggiunge il castello di San Martino, ritiro privato del vescovo, da dove si gode uno splendido panorama sulla piana circostante. Scendendo a valle dalla piazza si percorre viale della Vittoria, costellato di affascinanti ville liberty. Tra queste spicca villa Croze, oggi sede della Galleria Civica d’Arte Medievale, Moderna e Contemporanea, dove sono conservate opere di Palma il Vecchio e Gerolamo Induno.
Serravalle è invece il borgo settentrionale di Vittorio Veneto, storicamente sede del potere laico. Qui si respira un’atmosfera sospesa nel tempo tra le strette strade di sampietrini e gli imponenti palazzi porticati. Percorrendo via Martiri della Libertà si giunge a palazzo Minucci-De Carlo, la casa-museo dell’eroe di guerra e spia Camillo De Carlo. È un vero scrigno di tesori inattesi, rimasto intatto dopo la sua morte e ora aperto nei fine settimana. Piazza Flaminio è il salotto buono della città, su cui affacciano i locali storici, il duomo di Santa Maria Nova e la loggia comunale. Da qui si può ammirare la torre civica del XIII secolo e il castello di San Giacomo sul colle omonimo. Il castello ospita il Museo del Cenedese, che raccoglie collezioni di arte sacra, archeologia, numismatica e mineralogia. Vittorio Veneto non è solo una città che celebra l’arte del passato, ma anche quella contemporanea,  con le numerose iniziative ed eventi di arte contemporanea che si svolgono nella città, come mostre d’arte, performance, e progetti di arte pubblica.
Il ruolo dell’arte nella vita culturale di Vittorio Veneto è di fondamentale importanza, poiché l’arte e la cultura sono strettamente legate alla vita della città e dei suoi abitanti. L’arte non solo arricchisce la vita culturale, ma anche quella economica, portando visitatori da tutto il mondo che desiderano scoprire e apprezzare la bellezza della città.Una citazione speciale per la cucina tipica che si può assaporare in alcune osterie e trattorie locali, dove ancora oggi propongono piatti della tradizione contadina come i Radicchi con i fagioli, un piatto unico che costituiva la cena nella campagne locali e che consiste in un’insalata di radicchio trevigiano condita con una crema di fagioli e insaporita con il lardo. Una vera prelibatezza!
Per  approfondire la conoscenza del territorio circostante Vittorio Veneto, non si può mancare di percorrere il  Cammino del Prosecco, un itinerario escursionistico che abbraccia le colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene. Si tratta di un percorso di 51 chilometri suddiviso in quattro tappe, che parte da Vidor e arriva a Vittorio Veneto. Lungo il cammino si possono ammirare il paesaggio delle dorsali collinari, dei vigneti, dei boschi e dei paesi, ma anche visitare borghi, castelli, abbazie e chiese che testimoniano la storia e la cultura della zona. Infine è d’obbligo e un grande piacere assaporare i prodotti tipici del territorio, come il Prosecco, il formaggio Morlacco, i salumi e i dolci.
Il Cammino del Prosecco è un’esperienza naturalistica unica per entrare in contatto con le bellezze e le eccellenze di questo territorio patrimonio dell’umanità.vittorioveneto
Per  scoprire al meglio Vittorio Veneto  e il suo territorio, si può consultare il sito ufficiale del turismo di Vittorio Veneto: https://www.vittorioveneto.turismo.it/

Gabriel Betti

 

Umbria e i grandi eventi 2023: i 500 anni del Perugino e i 50 di Umbria Jazz

L’Umbria è pronta a celebrare il 2023 con grandi eventi. Quest’anno, infatti, si festeggiano i 500 anni dalla morte del Perugino e i 50 anni di Umbria Jazz, due importanti ricorrenze che rendono questo territorio già così ricco di arte, cultura, enogastronomia e natura, ancora più attrattivo e interessante da visitare.

Dal 4 marzo all’11 giugno 2023, in occasione del quinto centenario della sua morte, la Galleria Nazionale dell’Umbria di Perugia celebra con una grande mostra, Il Perugino ossia Pietro Vannucci, “Il Meglio Mastro d’Italia”, appellativo che gli viene conferito da Agostino Chigi in una lettera datata 7 novembre 1500 e che è stato scelto come titolo della mostra.  Il percorso espositivo, composto da oltre settanta opere, ha scelto di individuare solo dipinti del Vannucci antecedenti al 1504, anno nel quale egli lavorava a tre commissioni che segnano il punto più alto della sua carriera: la Crocifissione della Cappella Chigi in Sant’Agostino a Siena, la Lotta fra Amore e Castità già a Mantova, ora al Louvre di Parigi, e soprattutto lo Sposalizio della Vergine per la cappella del Santo Anello del Duomo di Perugia, oggi nel Musée des Beaux-Arts di Caen (Francia)

Inoltre, Città della Pieve, città natia del Divin pittore, ha organizzato uno degli eventi di punta a livello nazionale: la mostra “…al battesimo fu chiamato Pietro”, che avrà due sedi espositive, palazzo Della Corgna e il museo civico diocesano di Santa Maria dei Servi.

La mostra che verrà inaugurata sabato 1 luglio e durerà sino al 30 settembre 2023,  si svilupperà intorno ai focus iconografici dei principali temi delle opere del Perugino a Città della Pieve: la Natività, il Battesimo, la Deposizione dalla Croce e il Compianto su Cristo morto, che rappresentano alcuni dei momenti più significativi del suo innovativo e rivoluzionario percorso artistico. Dopo anni di incessante lavoro e intensa progettazione si si sono concretizzati gli importanti prestiti che porteranno a Città della Pieve circa 30 opere, oltre a quelle già possedute dalla città, del Perugino e di pittori contemporanei al Divin pittore umbri e toscani, mai riunite tutte insieme prima d’ora, provenienti da musei ed enti culturali nazionali ed internazionali, da Vienna, dalla Galleria degli Uffizi e dai Musei Vaticani.

La vita, l’arte e alcune delle opere più importanti di Pietro Vannucci saranno al centro del calendario pievese di quest’anno, con numerose iniziative che accompagneranno il pubblico a ripercorrere le sue orme, nei luoghi dove nacque, visse e fu ispirato per realizzare i suoi magnifici capolavori, ma anche partecipando a eventi, laboratori e intrattenimenti a tema.

Secondo grande evento nel 2023, il 50° anniversario di Umbria Jazz, in programma a Perugia dal 7 al 16 luglio 2023, un sogno iniziato nel 1973. Gli organizzatori promettono che sarà un’edizione sorprendente, magica, stellare, per festeggiare insieme i 50 anni del festival più bello del mondo.

Il festival attira ogni anno migliaia di appassionati provenienti da tutto il mondo. Il programma prevede concerti, masterclass e workshop con alcuni dei più grandi nomi del jazz internazionale.

Il nome da Olimpo della musica, il grande fuoco d’artificio da sparare per i 50 anni di Umbria jazz , è quello di Bob Dylan. Le trattative, come confermano più fonti tra Regione, Comune di Perugia e Fondazione UJ, ci sono state e vanno avanti ormai da molti mesi lungo l’asse che collega l’entourage del Menestrello, il festival e la Regione. Dylan è stata di fatto la prima scelta quando UJ ha cominciato a immaginare la fondamentale edizione del cinquantesimo.
L’11 luglio il grande jazz con Brad Mehldau, oggi uno dei pianisti più affermati e completi grazie alla sua intensità che lo rende tutt’uno con il suo pianoforte, in trio con Larry Grenadier al contrabbasso e Jeff Ballard alla batteria,.
Il 12 luglio Rhiannon Giddens, un’artista intelligente e sensibile che indaga nel profondo delle radici della musica popolare americana, e non solo, in duo con il chitarrista e compagno  italiano Francesco Turrisi, e Snarky Puppy, che è diventata in poco tempo una delle sigle più popolari del mondo del jazz e della fusion.
Il 13 luglio Ben Harper, con gli Innocent Criminals:  dall’album d’esordio Welcome To The CruelWorld (1994) Ben Harper ha fatto uscire una serie straordinaria di dischi che lo ha consacrato songwriter di potenza unica e performer capace di spaziare tra i generi con la impareggiabile abilità di mescolare il personale e il politico.
Il 14 luglio arriverà invece Stewart Copeland con l’Umbria jazz Orchestra.
«Copeland – spiega il festival in una nota – è universalmente noto come il batterista dei Police. Nel leggendario trio che ha lasciato un segno tuttora forte nella storia del rock, Copeland ha portato quel mix di ritmo rock e reggae che è stato il marchio di fabbrica della band. E ai Police è dedicato questo ambizioso progetto orchestrale che riveste quelle canzoni (Roxanne, Don’t Stand So Close To Me, Message in a Bottle e tante altre hit) di una inedita forma».
Il 16 luglio, unica data in Italia,  un grande rocker e altrettanto grande bluesman, spesso entrambe le cose: Joe Bonamassa, semplicemente uno dei più grandi chitarristi di sempre, che fonde cuore e intelligenza musicale con una profonda cultura della musica popolare.
Che amiate l’arte, la musica o il buon cibo l’Umbria non potrà mancare tra le vostre destinazioni top per il 2023.
Gabriel Betti

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Il treno di Dante tra storia e fascino senza tempo

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Dante Alighieri, il Sommo Poeta, è uno dei più grandi poeti della letteratura italiana, e il suo capolavoro, la Divina Commedia, è conosciuto in t

utto il mondo. Ma pochi sanno che Dante, durante la sua vita, fu anche un appassionato viaggiatore e che spesso si spostava a piedi o a cavallo.

Sulle orme di Dante viaggiatore è nato il “Treno di Dante”, un antico convoglio che accompagna alla scoperta dell’Appennino Tosco-Romagnolo nei luoghi dell’esilio del Sommo Poeta.

Il progetto arrivato alla sua terza edizione è finanziato dalla Regione Emilia-Romagna e sviluppato da APT Servizi Emilia-Romagna con Toscana Promozione Turistica e con l’organizzazione della società Il Treno di Dante (www.iltrenodidante.it).

L’antico treno detto ” Centoporte” è composto da antiche carrozze, che richiamano le diligenze dei primi del Novecento e sono caratterizzate dagli interni in legno.  Oltre alle Centoporte, in composizione al treno vi sarà anche una vettura di prima classe caratterizzata da interni pregiati in velluto ed un maggior confort di bordo. I posti a bordo sono complessivamente 280. Il treno, messo a disposizione dalla Fondazione FS, percorrerà la storica linea ferroviaria Faentina, la prima in Italia ad attraversare gli Appennini.il cuore dell’Appennino Tosco-Romagnolo sulle orme del Sommo Poeta, lungo un originale percorso che coniuga cultura, artigianato, enogastronomica tipica e turismo lento, completamente immersi nella natura (Informazioni, biglietti e pacchetti al sito www.iltrenodidante.it).

 Il Treno di Dante in questa terza edizione presenta diverse formule. Si può scegliere la Crociera nelle Città d’Arte, nelle formule Smart e Charme. Della durata di 3 giorni, prevede la partenza da Firenze, l’arrivo e l’accoglienza a scelta tra Faenza e Brisighella, una visita guidata alle bellezze della città scelta, la ripartenza con arrivo a Ravenna per il viaggio “tra Dante e i mosaici”. Si prosegue quindi per Ferrara, per la visita al centro storico della città e, infine, il terzo giorno, l’arrivo a Bologna dove i passeggeri sono accompagnati nel tour “Dante e il Medioevo”. I prezzi variano da 489 euro (del pacchetto di 3 gg, per adulto in camera doppia) a 75 euro per l’andata e ritorno in giornata (prezzo biglietto adulto). In alternativa il Grand tour, l’itinerario di 7 giorni e 6 notti che parte dalla propria città con arrivo, come prima tappa, nella meravigliosa Firenze, culla del Rinascimento italiano, per un pernottamento di 2 notti con possibilità di scoprire la città attraverso esperienze e visite guidate. Il viaggio continua sul Treno di Dante per raggiungere Brisighella o Faenza, a scelta, dove soggiornare ed esplorare il rinomato borgo medievale o la Capitale della Ceramica artistica. Tappa successiva è Ravenna, con i suoi maestosi mosaici bizantini. Il viaggio si conclude con la visita alle Città d’Arte di Bologna o VeneziaIl programma del consueto viaggio di un giorno parte da Firenze, la città dove Dante è nato nel 1265, e prosegue verso la prima fermata: Borgo San Lorenzo. Il treno poi continua la corsa sulle colline di Vicchio, che ha dato i natali a Giotto e Beato Angelico. Oltrepassato Crespino del Lamone, il treno prosegue e sosta a Marradi (FI), la cittadina celebre per la sagra dei “marroni”, le ottime castagne a cui è dedicata una sosta speciale nelle domeniche di ottobre per la sagra omonima, per poi fare tappa a Brisighella (RA), tra i Borghi più Belli d’Italia. La fermata successiva è Faenza (RA), famosa in tutto il mondo per la ceramica artistica, e infine Ravenna, la città in cui il Sommo poeta completò la composizione del ciclo della Commedia e trascorse gli ultimi anni della sua vita, fino alla morte nel 1321. Qui si erge la Tomba del poeta vicino alla quale sono stati inaugurati recentemente il Museo e la Casa dedicati all’Alighieri. Il servizio sul Treno di Dante è personalizzato e di alta qualità: su ogni vettura è presente un’assistente di viaggio che si occupa di accompagnare i passeggeri nella loro esperienza e narrare la storia dei luoghi toccati durante l’esilio dell’Alighieri. Gli assistenti forniscono anche preziose indicazioni su musei, rocche, teatri e palazzi (ma anche ristoranti), cui i passeggeri potranno accedere gratuitamente esibendo all’ingresso il biglietto del Treno di Dante, anche in un giorno diverso da quello del viaggio.

Gabriel Betti

 

Sardegna non solo mare: l’affascinante borgo di Castelsardo

Difficilmente si trovano borghi così belli. sia per le bellezze naturali sia per quel senso di antico e passato che così di frequente si trova in Sardegna e proprio grazie al suo invidiabile patrimonio, Castelsardo è incluso in prestigiose reti culturali internazionali, fra le quali “I borghi più belli d’Italia“, “Les Plus Beaux Villages de la Terre”, “Le sette città regie”, e la Conferenza permanente delle Città storiche del Mediterraneo.
Castelsardo si affaccia direttamente sul mare al centro del Golfo dell’Asinara, nella parte settentrionale della Sardegna, in un susseguirsi di coste rocciose con piccole insenature dove nelle giornate limpide è possibile intravedere i monti della Corsica. Il Borgo è dominato dal castello che – ancora intatto da oltre 1000 anni – si erge a difesa delle sue casette basse e del centro storico che sorge proprio alle sue pendici. Castelsardo, fondata nel 1270 dalla famiglia genovese dei Doria, ha una storia antichissima. Conquistata nel 1400 dagli spagnoli venne battezzata Castellaragonese e per circa 300 anni appartenne al regno di Spagna. Dal 1720 fu riconquistata dall’Italia da parte dei Savoia divenendo definitivamente Castelsardo
E’ molto facile arrivare a Castelsardo, che gode di una posizione ideale perchè a breve distanza dimg-20220417-wa0051ai principali siti turistici più belli della Sardegna. Per chi arriva in aereo nel nord Sardegna, dista solo 70 Km dall’aeroporto di Alghero e circa 100 km dall’ aeroporto di Olbia. La sua posizione geografica privilegiata permette di raggiungere le località più belle delle Sardegna, Stintino, Alghero, Costa Paradiso, Santa Teresa di Gallura, Costa Smeralda, le isole dell’Arcipelago e il Parco Naturale dell’Asinara.
Visitare la città antica è come tornare indietro di secoli. La conformazione delle vie che percorrono il borgo è rimasta immutata. Verande, sottopassaggi ricoperti di ginepri secolari e alberi che nel corso del tempo sono riusciti a crescere tra le pietre della borgata. Di notte lo scenario è quasi surreale. Le atmosfere che si creano sono molto suggestive.
La città è famosa in tutto il mondo per le manifestazioni musicali (a partire da uno dei migliori capodanno d’Italia) ai festival che durante la stagione rendono Castelsardo meta di personaggi e intellettuali di calibro internazionale. All’interno del Castello è presente il Museo dell’Intreccio Mediterraneo; uno dei musei più visitati della Regione. Al suo interno collezioni che raccontano lo stile di vita che è strettamente collegato alle attività della terra e del mare. Un altro museo è quello del “Maestro di Castelsardo” che è ospitato nelle cripte nella Concattedrale consacrata a Sant’Antonio Abate. La posizione della chiesa è caratteristica, domina la visuale sul mare con la sua facciata austera e semplice allo stesso tempo.
Passeggiando tra le viuzze del borgo di Castelsardo ci si imbatte nella maestosa cinta muraria caratterizzata da ben 17 torri e un percorso di sentinella da cui si gode di una splendida vista verso il golfo dell’Asinara.
Obbligatoria la tappa alla Roccia dell’Elefante. Una roccia scolpita dal vento e dalle intemperie che ha preso la forma di un elefante. Scavate in questa roccia troviamo le Domus De Janas, un insediamento prenuragico risalente a 5000 anni fa circa e un’incisione su una delle pareti di un busto animale. La strada purtroppo è stata costruita attaccata, ma è comunque possibile arrivarci a piedi. Alle spalle della singolare roccia si apre una vallata completamente ricoperta di verde e con poche costruzioni che sono sovrastate da un grande nuraghe .
Dirigendosi all’interno della zona, altra tappa obbligata è l’antico borgo di Sedini, le cui origini si perdono nella preistoria, si trova su una zona collinare, a circa 10 Km dal mare, ad un’altitudine di  350 metri sul livello del mare. Molto singolare è il centro storico, caratterizzato da scorci di rara bellezza, da scalinate e sottopassaggi di pregio e, particolarità  che lo rendono unico nel suo genere,  da molte case costruite nella roccia. Il suo territorio presenta una varietà di situazioni davvero pregevoli. Si passa, infatti, dai panorami mozzafiato delle località di Littigheddu e Lu Saraghinu, da cui è possibile ammirare il bellissimo mare del Golfo dell’Asinara, l’Isola Rossa e la Corsica, alla vallata del rio Silanis, ricca di sorgenti, di rocce a strapiombo, di vegetazione rigogliosa, di vecchi mulini a palmenti, di bellissime chiese e monasteri medioevali. La Domus de Janas “La Rocca” è il monumento più noto di Sedini e uno dei più importanti della Sardegna. La Domus si presenta come un’enorme roccia calcarea sita nel centro abitato di Sedini, sul ciglio del vallone di Baldana, che ospita al suo interno un ipogeo funerario preistorico. Il complesso si presenta quindi, oggi, come una serie di ambienti di varie epoche (dal Neolitico al Medioevo all’Ottocento) ricavati nella roccia viva, separati e integrati fra loro con solai e muratura, per un totale di 129 mq distribuiti su tre livelli. Tutte le trasformazioni che ha subito nel corso dei secoli l’hanno resa parte viva del paese: è stata prigione, luogo di ricovero per animali, negozio, sede di partito e abitazione privata. Le tombe vere e proprie costituiscono il livello più antico e vi si accede dalla sala principale d’ingresso attraverso una scala in legno. L’ipogeo è costituito da sei celle, due delle quali sono state completamente allargate e fuse in un unico ambiente. Il sito-museo offre dunque, senza considerare il patrimonio ospitato, due aspetti di grande rilievo e pressoché unici: è una delle pochissime Domus de Janas facilmente accessibili dell’isola; è un sito che è stato utilizzato senza soluzione di continuità per millenni. Tali caratteristiche lo rendono un monumento di valore riconosciuto e capace di attrarre l’attenzione di studiosi e visitatori.

Gabriel Betti

 

Sci : Riscoperta dello Skirama Dolomiti

Un motto di quest’area che stimola gli appassionati degli sport invernali: 

Paesaggi sempre diversi, piste al top e tanta flessibilità

Un unico skipass per sciare su 380 km di piste: ecco perché lo Skirama Dolomiti è uno dei caroselli sciistici più importanti a sud delle Alpi.

Dalle cime di Folgarida Marilleva, Pejo e Pontedilegno-Tonale in Val di Sole e Lombardia, alle Dolomiti di Madonna di Campiglio e Pinzolo in Val Rendena; dalle piste di Andalo e Fai della Paganella, al Monte Bondone che sovrasta Trento, fino all’Alpe Cimbra, con le località di Folgaria e Lavarone.

1 Skipass, 8 Località, 150 impianti e 380 km di piste che si sviluppano nella cornice naturale del Trentino occidentale: ecco i numeri che raccontano lo Skirama

Neve garantita

Lo Skirama Dolomiti Adamello Brenta è garanzia di sciabilità. Grazie ai moderni impianti di produzione di neve programmata e a piste situate ad altitudini elevate, fino ai 3.000 metri del ghiacciaio Presena e Pejo, l’innevamento è garantito sul 90% delle piste da novembre ad aprile.

È un grande punto di forza che, unito a 380 chilometri di piste, da est a ovest del Trentino, permette di dominare lo spaziotempo, trovando sempre il momento e il luogo più adatto a tutte le esigenze.

Tanta flessibilità

La flessibilità dello skipass è un’altra freccia a disposizione dell’offerta dello Skirama Dolomiti. Si può infatti scegliere tra una moltitudine di possibilità di acquisto che rendono l’esperienza Skirama Dolomiti sempre allettante.

Fra le altre segnaliamo: lo Skipass Locale, valido in una sola località, lo Skipass Superskirama, che consente la libera circolazione su tutto il comprensorio, lo Skipass Combi, valido all’interno della singola località con, in aggiunta, alcune giornate sci Superskirama.

Gabriel Betti

Il nuovo volto del Palazzo dei Diamanti tra arte, enogastronomia e convivialità

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Quale migliore momento di visitare Ferrara se non in occasione dell’appuntamento culturale top del 2023, la riapertura del Palazzo dei Diamanti il 18 febbraio. Palazzo dei Diamanti, contraddistinto da oltre 8000 bugne marmoree su due facciate, insieme al celeberrimo Castello Estense, è uno dei simboli architettonici della città di Ferrara.
Finalmente, dopo un complesso intervento di restauro post sismico, manutenzione e ammodernamento che ha coinvolto l’edificio dalla metà del 2021 a oggi, questo emblema unico riaprirà con l’inaugurazione della mostra Rinascimento a Ferrara. Ercole de’ Roberti e Lorenzo Costa. Protagonisti dell’imminente evento espositivo saranno due artisti originari proprio di Ferrara, presentati per l’occasione con oltre cento opere provenienti da musei e collezioni di tutto il mondo. Interpreti del Rinascimento italiano, Ercole de’ Roberti e Lorenzo Costa nacquero a dieci anni di distanza l’uno dall’altro (rispettivamente nel 1450 circa e nel 1460) e respirarono l’atmosfera locale, maturando anche esperienze oltre i confini ferraresi. Curata da Vittorio Sgarbi e Michele Danieli e visitabile fino al 19 giugno 2023, la mostra rappresenta il punto d’avvio del progetto Rinascimento a Ferrara 1471-1598 da Borso ad Alfonso II d’Este, il cui dichiarato proposito è indagare la vicenda storico-artistica cittadina in una precisa fase storica: dalla “trasformazione” da città a ducato fino al passaggio dalla dinastia estense al controllo dello Stato Pontificio. La produzione di de’ Roberti e Costa, analizzata dagli esordi fino all’età matura, sarà affiancata dai lavori di importanti autori coevi, fra cui Mantegna, Cosmè Tura e Perugino.
La riqualificazione dell’edificio ha comportato un’enorme lavoro strutturale allo scopo di migliorare il suo percorso museale. Molte le novità che attendono i visitatori nel 2023, a partire dalla realizzazione nel giardino di un collegamento tra le due ali del Palazzo: attraverso una struttura leggera, trilitica, essenziale, in legno e vetro, sono state infatti definite le cosiddette “stanze all’aperto”. E durante questo complesso cantiere non sono mancate alcune sorprese, come il rinvenimento della cosiddetta “Sauna del duca”. La residenza di Sigismondo d’Este, fratello del duca Ercole I, ha infatti rivelato un lascito del proprio passato: è stata riportata alla luce una vasca con seduta, schienale e fori per l’acqua che si trovava alla sinistra dello storico ingresso, al di sotto del piano di calpestio. Si tratta di una vasca in marmo, ben conservata, che serviva per le abluzioni, la scoperta non è stata una sorpresa perché in molte fonti si parla del gusto del bagno degli Estensi.
Il complesso restauro ha comportato  l’ampliamento di alcuni servizi presenti e parallelamente l’aggiunta di altri mancanti. L’intento generale è quello di proporre al pubblico non solo uno spazio espositivo, ma anche un luogo di incontro, arricchito di eventi e iniziative, che veicoli la condivisione di idee e arte. ad esempio attraverso la  realizzazione di uno spazio dedicato al ristoro, e di due bookshop, di cui uno dedicato esclusivamente alle generazioni più giovani. Inoltre, è prevista una sala didattica e laboratoriale, un ambiente pensato per i più piccoli affinché la loro sia un’esperienza totalizzante e che non si esaurisca con la visita delle mostre. Lo spazio ospita un vasto e coinvolgente programma di proposte rivolto alle scuole di ogni ordine e grado e alle famiglie.
La peculiarità di queste aggiunte, soprattutto per ciò che concerne la presenza del caffè e dei bookshop, è la loro apertura svincolata dagli orari del museo. Saranno accessibili, oltre che alla fine del percorso museale, pure autonomamente dal cortile dell’ex Museo del Risorgimento e della Resistenza, quest’ultimo rimodulato per contenere il nuovo spazio ristoro. Il Caffè dei Diamanti è una novità assoluta, in quanto all’interno dell’edificio non c’è mai stata la possibilità di somministrare cibi e bevande. Un luogo che desidera favorire il dialogo, lo scambio e il convivio al termine del percorso espositivo, non solo per i visitatori dei Diamanti, ma per chiunque desideri assaporare la cucina ferrarese. Il bar, definito dai suoi gestori come l’anima pop del palazzo, sarà aperto già dalle 7 del mattino con gustose colazioni e rimarrà accessibile fino a sera, per pranzi, aperitivi e cene. La volontà è di offrire prodotti tipici locali, coccolando il visitatore con piatti della cucina ferrarese, che diventa in questo caso un’estensione della bellezza del palazzo.
Gabriel Betti

Un weekend romantico sul Lago di Garda

Il lago di Garda è perfetto per un San Valentino ricco di spunti e attrattive grazie al suo lato romantico e suggestivo fatto di piccoli borghi antichi, tramonti sul lago, castelli e pievi, ville e passeggiate a filo dell’acqua.

La località più adatta per un dolce weekend a due non può che essere Sirmione, con la sua penisola che si protende sul lago, le viste suggestive e il borgo storico. Sirmione è sin dai tempi antichi la “perla delle penisole”, il suo borgo circondatweek-end-lago-di-garda-1024x512o dalle mura, con le eleganti botteghe e il centro termale Aquaria, è uno dei luoghi più amati dai turisti di ogni angolo del mondo.
Sirmione è il luogo della poesia, dove il poeta Catullo compose i versi per la sua amata Lesbia. Non a caso proprio a Sirmione oggi potete trovare il cartello “kiss, please” (bacio, prego), come invito agli innamorati a farsi immortalare in atteggiamento romantico dinanzi al castello. “Odi et Amo”, il famoso canto d’amore del poeta latino Catullo, fu composto proprio nella sua villa romana sulla punta della penisola sirmionese, i cui resti oggi sono noti come Grotte di Catullo, immersi in un grande parco baciato dal sole. Il sito archeologico, oltre a essere uno dei punti di interesse più significativi di Sirmione, insieme al castello scaligero, è un luogo in cui fermarsi ad aspettare il tramonto. Anche la darsena, ristrutturata e aperta al pubblico, merita una visita: ci si trova circondati dall’acqua, ma protetti dalle possenti mura del maniero. Sirmione è anche incantevole da visitare in motoscafo, da una prospettiva molto scenografica. Oltre alla visita al centro storico, Sirmione regala una preziosa occasione di relax grazie alle sue famose terme, affacciate sul lago, che vantano acque molto rinomate per le loro proprietà terapeutiche e preventive.
Per la serata ci si può spostare verso la vicina Desenzano per un aperitivo e una cena e dove fare una romantica passeggiata lungo le mura del Castello, ammirando le luci del lago dall’alto.
Altro luogo magico del Garda, coronato da antiche leggende, è Punta San Vigilio a Garda, di proprietà dei Conti Guarienti di Brenzone. Un promontorio verdeggiante, con una villa rinascimentale e un grazioso porticciolo, e un’atmosfera fuori dal tempo. San Vigilio è considerata una penisola splendida, meta di importanti ospiti, come il re di Napoli, Winston Churchill, il re Carlo d’Inghilterra, Laurence Olivier e molti altri. Bellissima è la Baia delle sirene, delimitata dalla punta: una spiaggetta tranquilla, circondata da un parco di olivi dove si può passeggiare assaporando il romanticismo di un luogo che incrocia antiche leggende pagane e cristiane.
Sul lago bresciano, a Gargnano, nell’entroterra, si trova invece l’eremo di San Valentino (772 metri), protettore di tutti gli innamorati. Un luogo isolato, un piccolo santuario immerso nella natura e incastonato nella parete rocciosa, costruito ai tempi dell’epidemia di peste, nel 1630. Ci si arriva con un percorso semplice, adatto a tutti, ma piacevolissimo per gli scorci panoramici che offre, sul Garda e il Monte Baldo. Un luogo perfetto per una camminata romantica con la persona amata.
La rocca di Manerba è il luogo delle emozioni, un punto strategico eccezionale per osservare il lago dall’alto, un parco naturale con una vista mozzafiato. Sul promontorio, la croce della rocca di Manerba è considerata, insieme alla rocca di Lonato, uno dei più bei punti panoramici del Garda: da questo affaccio meraviglioso si possono vedere il lago nella sua totalità (nelle giornate più limpide), l’isola dei Conigli, l’isola del Garda, il porto di San Felice, il golfo di Salò, la punta di Sirmione, il Monte Baldo e tutti i paesi costieri. Ecco perché è il luogo delle emozioni.
Altro luogo incantevole, da visitare con una sosta fino al tramonto, è l’Isola del Garda, nella parte bresciana del lago, proprio di fronte a San Felice del Benaco. Nota anche come Isola Borghese, dal nome della famiglia proprietaria, è la più grande del Garda e appartiene oggi alla famiglia Cavazza, che dal 2002 l’ha aperta al pubblico con visite guidate della durata di circa due ore, comprensive di un tour nel parco, nei giardini all’italiana e all’inglese, ad alcune sale interne della meravigliosa villa in stile neogotico veneziano, con tanto di aperitivo sulla terrazza da cui si gode di un panorama eccezionale.
E non dimenticate di provare la splendida cucina del Garda a base di squisiti piatti di pesce di lago.
Gabriel Betti

 

Inverno in Lapponia la magia dell’aurora boreale

lapponiaNon c’è posto migliore della Lapponia per vedere danzare in cielo le aurore boreali.

La Finlandia sin dalle prime nevicate si trasforma. Il verde delle foreste si copre di un manto candido, che le avvolgerà fino ad aprile inoltrato. I mesi invernali, sono i migliori per osservare il fenomeno dell’Aurora Boreale, non perdetevi un’escursione notturna in aree lontane dalle luci della città, magari sorseggiando una bevanda calda sulle sponde di un lago gelato o immersi nelle hot tub, le vasca con acqua calda che si trovano all’esterno di molti lodge. Un’antica leggenda Sámi, la popolazione locale delle terre lapponi sin dall’antichità, narra che la bianca volpe artica correndo nella foresta innevata crea l’aurora grazie alle scintille scaturite strisciando la sua coda contro il manto nevoso. Uno spettacolo da vedere almeno una volta nella vita.

I mesi invernali non sono i  migliori solo per osservare l’Aurora Boreale, sono anche quelli ideali per vivere la magia della Lapponia, complici le temperature più miti degli ultimi inverni e le nevi che cadono abbondanti rendendo il paesaggio unico e spettacolare.
La Finlandia del nord offre tante esperienze uniche da vivere. Ad esempio, fare la sauna è uno dei modi migliori per capire la cultura finlandese, imparando i segreti e le particolarità delle saune: essenze, massaggi con la neve e per i più audaci un tuffo in un lago gelato. Chi ha il coraggio di provare questa esperienza noterà i benefici che ne derivano dalla scarica positiva di adrenalina agli effetti sulla circolazione. Se non si è amanti delle sensazioni estreme, ma non si vuole perdere l’occasione di un’esperienza unica, si può optare per un momento di relax con un bagno caldo in riva al lago in un Ho-tub. L’ Hot-tub è una vasca in legno, allestita a due passi dai lodge, dove ci si può immergere nell’acqua riscaldata grazie ad un camino alimentato a legna. E’ il posto perfetto per godere la vista del panorama innevato e magari scorgere l’aurora boreale. Fare la sauna è anche il metodo migliore per rilassarsi e riscaldarsi dopo le escursioni nella foresta.
Le escursioni In Finlandia ti conquisteranno da subito: camminate lungo i sentieri nel bosco, pesca nel ghiaccio, ciaspolate e safari in motoslitta, sci di fondo con le guide nell’infinita rete di percorsi che collega la Finlandia. Se vuoi una vacanza in Finlandia con solo aurore boreali e villaggio di babbo natale non hai idea veramente di cosa ti stai perdendo.
Una ciaspolata tra le candide nevi lapponi è assolutamente un’esperienza da non perdere. Lunghezza e difficoltà del percorso si possono scegliere, verrai guidato tra alberi gelificati, valli innevate e montagne stupende. La qualità delle neve in Lapponia supera ogni aspettativa, è farinosa e soffice e camminarci con le ciaspole è una sensazione favolosa.
Uno dei modi migliori per esplorare la natura innevata è spostarsi su una slitta trainata dagli husky. Questo affascinante e antico mezzo di trasporto permette di apprezzare la natura dell’artico al meglio. Nel silenzio candito del paesaggio, sentirete solo il respiro degli husky e il fruscio della slitta. Dopo aver conosciuto i cani e preso confidenza con la slitta, si parte per un’escursione che attraversa parchi naturali, lungo dei sentieri dedicati alle sole slitte con husky.
Per concludere non può poi mancare una visita a una delle tante fattorie delle renne. Le renne sono animali fondamentali nell’ecosistema della Lapponia.  In fattoria sotto la guida del fattore, si potranno vedere le renne, avvicinarle e conoscere i metodi di allevamento ed i loro spostamenti stagionali. Si cammina in mezzo  a un centinaio di renne libere, si possono accarezzare ed alimentare con i licheni.
Capitolo a parte lo sci: condizioni di luce mozzafiato, foreste gelide con alberi carichi di neve e una natura selvaggia bianca che si estende a perdita d’occhio sono ciò che rende l’atmosfera unica definita dai finlandesi “Lapin Taika” o “la magia della Lapponia”. Le località della Lapponia offrono agli appassionati di sci e snowboard un sacco di “Lapin Taika”, con un terreno vario che va dalle piste per bambini alle piste nere e fuoripista, e persino snowpark e backcountry. I finlandesi conducono  la vita a un ritmo più lento e rilassato, la gente del posto ama fare un passo indietro e godersi la bellezza naturale dell’ambiente circostante, e chi potrebbe biasimarli quando le stazioni sciistiche in Lapponia hanno così tanto da offrire? Ti sarà difficile trovare un finlandese che non abbia mai provato a sciare. È un po’ un passatempo nazionale, e questo è ancora più vero per chi vive vicino alle montagne. La maggior parte dei finlandesi impara a sciare in tenera età, poiché le vacanze sulla neve in famiglia sono una gioia condivisa a livello nazionale e molte scuole organizzano gite per i propri alunni. La stagione inizia a fine ottobre e l’alta stagione va da febbraio fino allo scioglimento della neve all’inizio di maggio. Con una stagione così lunga, non c’è bisogno di correre; ci sarà sicuramente neve per tutto il tempo. Il che significa che le piste sono meno trafficate, le code sono meno affollate e, nel complesso, scoprirai un’atmosfera molto rilassata.Tuttavia, le località sciistiche finlandesi sono diverse dalle Alpi in molti modi, come ad esempio la pendenza delle piste. In Lapponia le piste tendono ad essere meno ripide e impegnative delle Alpi o delle montagne oltre il confine in Svezia. Scoprirai anche che le reti di piste sono più piccole: puoi esplorare l’intera località in pochi giorni al massimo, motivo per cui troverai così tante incredibili attività fuori pista. Se ami mettere in mostra le tue abilità, ci saranno comunque molte opportunità per farlo negli snowpark o nel backcountry.
Quando a dicembre inizia il periodo di due mesi detto Polar Night cioè la notte perenne non significa che le piste siano chiuse, ma significa sciare grazie alla luce artificiale come nella pista di Levi. Lo sci notturno è un’esperienza davvero mozzafiato, mentre la luce cala, gli altri sensi si intensificano. Certo, di notte fa più freddo, quindi copriti al caldo, ma l’assenza di luce fa sognare gli amanti dello sci e dello snowboard.
Due parole sulla programmazione di un viaggio in Lapponia. Il viaggio va programmato con i tempi giusti prevedendo minimo 4 notti, ma il top sarebbe 7 notti in quanto, come abbiamo visto, sono veramente tante le attività tipiche di questi luoghi che potrai praticare per scoprirne il fascino e coglierne l’essenza. Potrai inoltre scegliere tra varie tipologie di alloggi: stupendi Lodge immersi nella natura, ottimi Hotel o Ville e Igloo di Vetro.

Gabriel Betti

 

Rassegna i Borghi più belli d’Italia raggiungibili in treno: destinazione Umbria

guida_passignano_sul_trasimeno__1603435249In tutta Italia i Borghi raggiungibili in treno sono 26 con oltre 580 collegamenti al giorno, la caratteristica di questi itinerari è la possibilità, con una piacevole passeggiata al massimo di 1,5/2 km, di raggiungere direttamente dalla stazione il centro storico o l’attrazione culturale principale di ogni Borgo.

Ad oggi Trenitalia propone un’offerta molto interessante con 29 euro si viaggia illimitatamente per 3 giorni consecutivi sui treni regionali, regionali veloci e metropolitani di Trenitalia indipendentemente dall’origine e destinazione del viaggio.  Dal nord al sud della penisola, da Bard in Valle d’Aosta a Cefalù in Sicilia sono 271 i piccoli centri storici, inferiori ai 15.000 abitanti, inseriti in un club speciale, quello de “I borghi più belli d’italia”, che da 15 anni è impegnato nel recupero, nella valorizzazione e nel mantenimento di queste eccellenze italiane. Piccoli centri conosciuti a livello globale grazie al loro patrimonio storico, artistico e culturale.

In Umbria sono tre i borghi da visitare in treno: Spello e due dei più bei paesi del lago Trasimeno ovvero Castiglione del Lago e Passignano sul Trasimeno.

Un’idea può essere di viaggiare con la propria bici e scendere a Passignano, fare il giro del lago per poi riprendere il treno a Castiglione, oppure percorrere in bici o anche a piedi, la distanza tra i due borghi che è di circa 20 chilometri.

Passignano sul Trasimeno è il borgo principale sulle sponde settentrionali del Lago Trasimeno. L’abitato si è sviluppato in epoca moderna, tra il ‘500 ed il ‘600, mentre il suggestivo centro storico legato alla Rocca è di origine medievale e affonda le proprie radici in epoche ancora più antiche.

Accomunato spesso a San Feliciano per l’importanza della pesca sull’economia locale, il paese si presenta come un piccolo borgo di pescatori allungato verso le rive del lago e dominato dalla Rocca sovrastante. Grazie alle passeggiate lungolago e le spiagge per la balneazione, è insieme a Castiglione del Lago un luogo ideale per vivere al meglio il Trasimeno. Da Passignano partono inoltre i traghetti per entrambe le isole, è quindi un punto di partenza perfetto per esplorare il lago e i suoi tesori. La Rocca Medievale di Passignano sul Trasimeno domina il paesaggio, stagliandosi al di sopra del borgo in posizione sopraelevata. Il nucleo più antico di Passignano è cinto dalla cerchia di mura medievali, che testimoniano lo sviluppo subito dal centro nella trasformazione da piccolo borgo agricolo durante l’Impero Romano a castello e fortezza nel periodo medievale, quando venne a lungo conteso tra Arezzo, Perugia e Firenze. Dopo una rilassante passeggiata lungolago e un giro all’interno del borgo, una visita alla Rocca è d’obbligo per vivere  un vero e proprio viaggio nel passato, calandosi anche nella realtà locale grazie al piccolo Museo delle Barche sistemato al suo interno. Inoltre, si può ammirare la vista mozzafiato  e lo spettacolo del lago e delle sue isole dall’alto degli oltre 30 metri della Torre!.
Castiglione invece si trova sulla riva occidentale del lago, vicinissimo al confine con la Toscana e con la bellissima Val di Chiana. I luoghi d’interesse storico-culturale di questo borgo sono numerosi, primo tra tutti il Palazzo della Corgna: una reggia in miniatura, l’unica esistente in tutta l’Umbria. Meritano una visita anche la Rocca del Leone, con la passeggiata lungo le sue mura, e le chiese di Santa Maria Maddalena e San Domenico. Del territorio di Castiglione del Lago fa parte anche la splendida isola Polvese, la più grande delle tre isole del Trasimeno. Da qui partono comunque i traghetti per l’Isola Maggiore, mentre quelli per raggiungere la Polvese partono principalmente da San Feliciano.
Il borgo di Castiglione del Lago si è sviluppato su di un promontorio di roccia calcarea proteso verso il lago, che in origine costituiva la quarta isola del Trasimeno stesso. In seguito all’abbassamento del livello delle acque, la striscia d’acqua che separava l’area dalla terraferma è stata riempita e nella zona si è creata una fertile pianura alluvionale. I primi ad abitarla furono con tutta probabilità gli Etruschi, come suggeriscono vari resti venuti alla luce nella zona, seguiti poi dagli insediamenti romani. Il nucleo originario della città di Castiglione del Lago è chiaramente di origine romana, come dimostra la struttura urbanistica: tra strade parallele, i decumani, che tagliano in senso longitudinale il paese.
Lo stesso nome della cittadina deriva dal latino Castellum Leonis. L’attuale Rocca del Leone è uno degli edifici di maggiore fascino di Castiglione, con la sua possente struttura e le mura alla guelfa, le quattro torri e l’imponente mastio di ben 30 metri d’altezza. La Rocca costituisce infatti uno dei più alti esempi di fortificazione e architettura militare in Umbria, senza contare il magnifico panorama sul lago che offre.

Infine sempre raggiungibile in treno, si può visitare Spello, adagiata sulla pendice meridionale del Monte Subasio, tra Assisi e Foligno, un gioiello unico nel suo genere dove i veri padroni della scena sono i fiori, che invadono i suoi vicoli durante la bella stagione. Il borgo in sé è una bomboniera, uno dei posti più belli di tutta l’Umbria.  Le Infiorate del Corpus Domini sono un evento che si tiene a Spello ogni anno tra maggio e giugno ed è valso a questa cittadina il soprannome di capitale dei fiori. In questo periodo le strade del borgo si trasformano in uno spettacolare tappeto di fiori lungo anche 1,5 km. Le vie del centro si riempiono di quadri di arte sacra composti da petali di fiori… e volendo si può anche diventare infioratori per un giorno!I
Per un aperitivo particolare ci si può fermare al microbirrificio Diecinove, dove si possono gustare diverse birre artigianali a base di “fiori perduti”, accompagnate da buonissimi taglieri di prodotti locali.
Antico centro di origine umbra, “Hispellum” dal  I secolo a.C. , è stato un importante municipio romano ricordato con il titolo di ” Splendidissima Colonia Julia”. Qui importanti ed imponenti testimonianze del periodo romano convivono magnificamente con l’attuale aspetto urbano medievale.
L’itinerario di visita può partire dalla parte bassa della città, entrando nel cuore cittadino attraverso la monumentale porta Consolare (I secolo a.C.), così chiamata perché segnava l’ingresso in città della via Flaminia; seguendo quello che era il tracciato dell’antica via in salita si rimane affascinati dalla convivenza di isolati romani, che si aprono a destra e l’urbanizzazione medievale che si può ammirare sulla sinistra fino ad arrivare allo slargo che ospita la chiesa di Santa Maria Maggiore, affrescata nel 1501 da Bernardino di Betto detto il Pintoricchio, tra i maggiori artisti del rinascimento umbro e italiano.
Continuando sulla via principale si sale verso piazza della Repubblica, ove è ubicato il palazzo Comunale. Qui, lungo i due lati del corso si incontrano botteghe di prodotti tipici e artigianato, negozi d’arte e numerose osterie, ristoranti e enoteche ove gustare la cucina e i prodotti del territorio.

Gabriel Betti