6/marzo/2013: Comportamenti del popolo dei Social Media

Solo il 4% di tutti i cittadini americani tra 15 e 25 anni ritiene che la pagina di un marchio su Facebook sia una fonte credibile di informazioni sul prodotto. Ma questo non vuol dire che i brand che investono su FB stiano gettando soldi al vento. Lo afferma Joeri Van den Bergh, autore di “How Cool Brands Stay Hot”, analista specializzato della Generation Y (appunto quella tra i 15 e i 25 anni) e cofondatore di InSites Consulting, multinazionale del marketing.

Il dato sulla percezione dei brand in Facebook deriva infatti dall’indagine che InSites Consulting ha svolto su oltre 4mila ragazzi in 16 Paesi. Vi si rileva anche che il 22% dei giovani americani ritiene attendibile quel che i consumatori scrivono su forum e blog, allo stesso modo in cui il 14% si fida di quel che sente dire dagli amici di marchi o prodotti. Secondo Van den Bergh le imprese che si presentano su FB devono capitalizzare il valore che i giovani attribuiscono all’opinione di amici e altri utilizzatori del brand, e lasciare che siano loro a scrivere del prodotto sulla loro pagina, piuttosto che riempirla da soli. In sostanza l’uso del social media deve effettivamente essere “sociale”, non semplicemente commerciale, per trarne un effettivo beneficio di marketing.

Emerge anche che due terzi degli americani che navigano il web usa regolarmente Facebook (il 70% delle donne e il 63% dei maschi) contro circa il 50% due anni fa. Ma la maggior parte si prende periodiche “vacanze” dal social media, e i giovani lo stanno utilizzano un po’ meno. In questo caso l’analisi, intitolata “Internet & American Life Project”, è di Pew Research Center, organizzazione “nonprofit e nonpartisan, serbatoio di fatti, questioni e tendenze che danno forma all’America e al mondo”. I ricercatori di Pew scoprono che il 61% degli utilizzatori di Facebook abbandona il social media per periodi anche di parecchie settimane. E questo, a quanto pare, perché mantenere il proprio profilo aggiornato e invitante richiederebbe troppo tempo e impegno. Il 21% spiega la propria “Facebook Vacation” alla pressione di altri impegni e alla scarsità di tempo. Privacy e sicurezza non sono minimamente citate tra le cause del fenomeno.

Nel frattempo i ragazzi tra 18 e 29 anni dichiarano di passare su FB meno tempo di un anno fa, e oltre il 28% degli utilizzatori spiega che Facebook ha perso di importanza nello stesso periodo, solo il 12% lo definisce più importante di prima. Ma l’analisi è stata condotta con il supporto di Survey Research Associates

 

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