Rassegna i Borghi più belli d’Italia raggiungibili in treno: destinazione Umbria

guida_passignano_sul_trasimeno__1603435249In tutta Italia i Borghi raggiungibili in treno sono 26 con oltre 580 collegamenti al giorno, la caratteristica di questi itinerari è la possibilità, con una piacevole passeggiata al massimo di 1,5/2 km, di raggiungere direttamente dalla stazione il centro storico o l’attrazione culturale principale di ogni Borgo.

Ad oggi Trenitalia propone un’offerta molto interessante con 29 euro si viaggia illimitatamente per 3 giorni consecutivi sui treni regionali, regionali veloci e metropolitani di Trenitalia indipendentemente dall’origine e destinazione del viaggio.  Dal nord al sud della penisola, da Bard in Valle d’Aosta a Cefalù in Sicilia sono 271 i piccoli centri storici, inferiori ai 15.000 abitanti, inseriti in un club speciale, quello de “I borghi più belli d’italia”, che da 15 anni è impegnato nel recupero, nella valorizzazione e nel mantenimento di queste eccellenze italiane. Piccoli centri conosciuti a livello globale grazie al loro patrimonio storico, artistico e culturale.

In Umbria sono tre i borghi da visitare in treno: Spello e due dei più bei paesi del lago Trasimeno ovvero Castiglione del Lago e Passignano sul Trasimeno.

Un’idea può essere di viaggiare con la propria bici e scendere a Passignano, fare il giro del lago per poi riprendere il treno a Castiglione, oppure percorrere in bici o anche a piedi, la distanza tra i due borghi che è di circa 20 chilometri.

Passignano sul Trasimeno è il borgo principale sulle sponde settentrionali del Lago Trasimeno. L’abitato si è sviluppato in epoca moderna, tra il ‘500 ed il ‘600, mentre il suggestivo centro storico legato alla Rocca è di origine medievale e affonda le proprie radici in epoche ancora più antiche.

Accomunato spesso a San Feliciano per l’importanza della pesca sull’economia locale, il paese si presenta come un piccolo borgo di pescatori allungato verso le rive del lago e dominato dalla Rocca sovrastante. Grazie alle passeggiate lungolago e le spiagge per la balneazione, è insieme a Castiglione del Lago un luogo ideale per vivere al meglio il Trasimeno. Da Passignano partono inoltre i traghetti per entrambe le isole, è quindi un punto di partenza perfetto per esplorare il lago e i suoi tesori. La Rocca Medievale di Passignano sul Trasimeno domina il paesaggio, stagliandosi al di sopra del borgo in posizione sopraelevata. Il nucleo più antico di Passignano è cinto dalla cerchia di mura medievali, che testimoniano lo sviluppo subito dal centro nella trasformazione da piccolo borgo agricolo durante l’Impero Romano a castello e fortezza nel periodo medievale, quando venne a lungo conteso tra Arezzo, Perugia e Firenze. Dopo una rilassante passeggiata lungolago e un giro all’interno del borgo, una visita alla Rocca è d’obbligo per vivere  un vero e proprio viaggio nel passato, calandosi anche nella realtà locale grazie al piccolo Museo delle Barche sistemato al suo interno. Inoltre, si può ammirare la vista mozzafiato  e lo spettacolo del lago e delle sue isole dall’alto degli oltre 30 metri della Torre!.
Castiglione invece si trova sulla riva occidentale del lago, vicinissimo al confine con la Toscana e con la bellissima Val di Chiana. I luoghi d’interesse storico-culturale di questo borgo sono numerosi, primo tra tutti il Palazzo della Corgna: una reggia in miniatura, l’unica esistente in tutta l’Umbria. Meritano una visita anche la Rocca del Leone, con la passeggiata lungo le sue mura, e le chiese di Santa Maria Maddalena e San Domenico. Del territorio di Castiglione del Lago fa parte anche la splendida isola Polvese, la più grande delle tre isole del Trasimeno. Da qui partono comunque i traghetti per l’Isola Maggiore, mentre quelli per raggiungere la Polvese partono principalmente da San Feliciano.
Il borgo di Castiglione del Lago si è sviluppato su di un promontorio di roccia calcarea proteso verso il lago, che in origine costituiva la quarta isola del Trasimeno stesso. In seguito all’abbassamento del livello delle acque, la striscia d’acqua che separava l’area dalla terraferma è stata riempita e nella zona si è creata una fertile pianura alluvionale. I primi ad abitarla furono con tutta probabilità gli Etruschi, come suggeriscono vari resti venuti alla luce nella zona, seguiti poi dagli insediamenti romani. Il nucleo originario della città di Castiglione del Lago è chiaramente di origine romana, come dimostra la struttura urbanistica: tra strade parallele, i decumani, che tagliano in senso longitudinale il paese.
Lo stesso nome della cittadina deriva dal latino Castellum Leonis. L’attuale Rocca del Leone è uno degli edifici di maggiore fascino di Castiglione, con la sua possente struttura e le mura alla guelfa, le quattro torri e l’imponente mastio di ben 30 metri d’altezza. La Rocca costituisce infatti uno dei più alti esempi di fortificazione e architettura militare in Umbria, senza contare il magnifico panorama sul lago che offre.

Infine sempre raggiungibile in treno, si può visitare Spello, adagiata sulla pendice meridionale del Monte Subasio, tra Assisi e Foligno, un gioiello unico nel suo genere dove i veri padroni della scena sono i fiori, che invadono i suoi vicoli durante la bella stagione. Il borgo in sé è una bomboniera, uno dei posti più belli di tutta l’Umbria.  Le Infiorate del Corpus Domini sono un evento che si tiene a Spello ogni anno tra maggio e giugno ed è valso a questa cittadina il soprannome di capitale dei fiori. In questo periodo le strade del borgo si trasformano in uno spettacolare tappeto di fiori lungo anche 1,5 km. Le vie del centro si riempiono di quadri di arte sacra composti da petali di fiori… e volendo si può anche diventare infioratori per un giorno!I
Per un aperitivo particolare ci si può fermare al microbirrificio Diecinove, dove si possono gustare diverse birre artigianali a base di “fiori perduti”, accompagnate da buonissimi taglieri di prodotti locali.
Antico centro di origine umbra, “Hispellum” dal  I secolo a.C. , è stato un importante municipio romano ricordato con il titolo di ” Splendidissima Colonia Julia”. Qui importanti ed imponenti testimonianze del periodo romano convivono magnificamente con l’attuale aspetto urbano medievale.
L’itinerario di visita può partire dalla parte bassa della città, entrando nel cuore cittadino attraverso la monumentale porta Consolare (I secolo a.C.), così chiamata perché segnava l’ingresso in città della via Flaminia; seguendo quello che era il tracciato dell’antica via in salita si rimane affascinati dalla convivenza di isolati romani, che si aprono a destra e l’urbanizzazione medievale che si può ammirare sulla sinistra fino ad arrivare allo slargo che ospita la chiesa di Santa Maria Maggiore, affrescata nel 1501 da Bernardino di Betto detto il Pintoricchio, tra i maggiori artisti del rinascimento umbro e italiano.
Continuando sulla via principale si sale verso piazza della Repubblica, ove è ubicato il palazzo Comunale. Qui, lungo i due lati del corso si incontrano botteghe di prodotti tipici e artigianato, negozi d’arte e numerose osterie, ristoranti e enoteche ove gustare la cucina e i prodotti del territorio.

Gabriel Betti

 

Mercatini di Natale a Vienna il sogno diventa realtà grazie e Nightjet

mercatini-natale-vienna, il collegamento quotidiano, operato dalle Ferrovie Austriache Öbb in cooperazione con Trenitalia, treni notturni che avvicinano Vienna/Monaco da Venezia, Roma via Firenze e da poco anche Genova.

Le carrozze sono quattro: due con posti a sedere, una a cuccette (da 4 a 6 persone) e un vagone letto, con cabine in occupazione singola o doppia. Lo spazio è ristretto, ma c’è un bagno con doccia e asciugamani. La colazione, inclusa, è servita nello scompartimento la mattina prima dell’arrivo: caffè bollente, pane fresco e marmellata, yogurt e tante altre opzioni, anche di salato, sul menu.

Klaus Garstenauer, membro del consiglio di amministrazione di Öbb ha dichiarato che  «Il treno ti fa guadagnare tempo, anche se questa è un’offerta di nicchia. Quando l’abbiamo annunciata tre settimane fa, abbiamo ricevuto subito 1.000 prenotazioni in un giorno. E, soprattutto in periodi di alta stagione come feste e vacanze, bisogna prenotare con 2-3 mesi d’anticipo. Speriamo d’attrarre anche gli italiani, che vogliono visitare i mercatini di Natale di Vienna o sciare, ad esempio, nella nota località di Bad Gastein nel Salisburghese».

Il servizio offerto è comodo, la notte è lunga, ma consente di dormire tanto e di non arrivare all’alba. È anche ecologico, l’emissione di CO2 del treno è 50 volte inferiore all’aereo e da settembre 2023 si viaggerà con un comfort molto superiore di treni totalmente nuovi, ultramoderni. Le Ferrovie Austriache Öbb  credono che la differenza sia nel servizio, come dimostra l’assenza di prima e seconda classe. Dal 1° gennaio 2023, i biglietti per il Nightjet costeranno a partire da 28,80 euro per persona e tratta in posto a sedere, 48,10 euro in cuccetta e 67,30 euro in vagone letto.

Arrivati a Vienna si respira ovunque la magia dell’Avvento, il municipio, le piazze, i palazzi e i vicoli celebrano questo periodo speciale dell’anno con grande gioia.

Da metà novembre a Natale le più belle piazze di Vienna si trasformano in incantevoli mercatini natalizi. Nell’aria il profumo dei biscotti di Natale, di punch caldo e mandorle tostate. Il centro storico e le strade dello shopping sono decorate con le luminarie natalizie che avvolgono la città in un’atmosfera di festa.

In occasione del Mercatino viennese di Gesù Bambino in Rathausplatz, un’alta arcata addobbata con candele accoglie all’ingresso visitatrici e visitatori.

Gli appassionati di pattinaggio possono volteggiare sul ghiaccio lungo il parco del Municipio romanticamente illuminato. Punto di attrazione particolare per gli innamorati è l’albero dei cuori.

Per i bambini c’è una giostra a più piani alta 12 metri, mentre nel parco li aspetta il Mondo natalizio, con il trenino delle renne, il percorso attraverso il presepe, la capanna dei bambini ed una pista di ghiaccio.

Non lontano c’è il Villaggio natalizio di Maria-Theresien-Platz, tra il Museo di Storia dell’arte e quello di Storia Naturale. Nel periodo dell’Avvento qui si trovano circa 70 stand con oggetti di artigianato artistico tradizionale e originali idee regalo.

Anche il suggestivo Villaggio natalizio al Campus dell’Università è un punto di ritrovo molto frequentato e non solo dagli studenti. Il trenino per bimbi e la vecchia giostra rendono il Villaggio natalizio presso il Campus un luogo molto amato anche dalle famiglie. Inoltre sono disponibili due piste per il curling.

L’Antico Mercatino natalizio viennese nel Freyung, nel centro storico, è una tradizione alla quale non si può rinunciare. Già nel 1772 questa piazza ospitava un Mercatino di Natale; oggi qui si possono trovare in vendita oggetti artistici artigianali, decorazioni di vetro, presepi tradizionali e ceramiche. Dalle ore 16:00 nella piazza inizia a risuonare la festosa melodia dell’avvento.

Il Mercatino di Natale e della cultura della Reggia di Schonbrunn incanta i visitatori con la sua cornice imperiale e dopo Natale si trasforma in un Mercatino del Nuovo anno. Qui si possono trovare manifatture tradizionali, decorazioni natalizie realizzate a mano, concerti natalizi e un vasto programma di attività per bambini, tra cui anche un laboratorio natalizio. Il Villaggio natalizio presso il Palazzo del Belvedere affascina con la sua suggestiva ambientazione barocca. Nello stupendo parco del castello viene allestito un Mercatino di Natale raccolto e tranquillo che offre oggetti di artigianato e invitanti leccornie.

Contemplazione e tradizione occupano un posto di primo piano nel villaggio di Natale nella Stephansplatz, con circa 40 bancarelle ai piedi del Duomo di Santo Stefano che mettono in vendita prodotti austriaci di prima qualità.

Il Mercatino di Natale della Corte regio-imperiale nella Michaelerplatz di fronte al Palazzo imperiale Hofburg, presenta nelle sue bianche casette soprattutto prodotti di artigianato austriaco, dolciumi, soldatini di stagno, presepi realizzati a mano e molto altro ancora.

Completamente dedicato alla gastronomia, il Mercato dei sapori dell’Avvento presso l’Opera: lebkuchen, formaggi, prodotti a base di carne, punch e vini dei produttori regionali deliziano i palati dei degustatori.

Al Mercatino invernale di fronte alla Ruota panoramica il divertimento la fa da padrone, all’insegna del “Prater in versione rock”. Qui fino all’8 gennaio i bambini possono trascorrere il tempo tra divertenti corse sulle giostre, intrattenimento musicale dal vivo – dal gospel al soul, al pop – e un ricco programma di spettacoli. Una novità di quest’anno è l’Incanto del Natale di Ottakringer nella piazza davanti al birrificio Ottakringer Brauerei. Questo Mercatino di Natale urbano vi attende dal giovedì alla domenica con prelibatezze gastronomiche, creative opere d’artigianato, curling e naturalmente un punch alla birra da Ottakring.

 Gabriel Betti

 

Napoli l’emozione continua

Terzo giorno, inapolitotoniziamo dal cuore del centro antico di Napoli, con il Museo Cappella Sansevero, un gioiello del patrimonio artistico internazionale in cui la creatività barocca, l’orgoglio dinastico, la bellezza e il mistero s’intrecciano creando un’atmosfera unica, quasi fuori dal tempo. Capolavori come il Cristo velato, meraviglie del virtuosismo come il Disinganno ed enigmatiche presenze come le Macchine anatomiche, rendono la Cappella Sansevero uno dei più singolari monumenti che l’ingegno umano abbia mai concepito. Un mausoleo nobiliare e, al contempo, un tempio iniziatico in cui è mirabilmente trasfusa la poliedrica personalità del suo geniale ideatore: Raimondo di Sangro, settimo principe di Sansevero.

Tra i capolavori custoditi nel Museo, il celebre Cristo velato di Giuseppe Sanmartino, la cui immagine ha fatto il giro del mondo per la prodigiosa “tessitura” del velo marmoreo. La vena gonfia e ancora palpitante sulla fronte, le trafitture dei chiodi sui piedi e sulle mani sottili, il costato scavato e rilassato finalmente nella morte liberatrice sono il segno di una ricerca intensa che non dà spazio a preziosismi o a canoni di scuola, anche quando lo scultore “ricama” minuziosamente i bordi del sudario o si sofferma sugli strumenti della Passione posti ai piedi del Cristo. L’arte di Sanmartino si risolve qui in un’evocazione drammatica, che fa della sofferenza del Cristo il simbolo del destino e del riscatto dell’intera umanità.
Nella Cavea sotterranea della Cappella Sansevero sono oggi conservate, all’interno di due bacheche, le famose Macchine anatomiche, o Studi anatomici, ossia gli scheletri di un uomo e di una donna in posizione eretta, con il sistema artero venoso quasi perfettamente integro. Le Macchine furono realizzate dal medico palermitano Giuseppe Salerno, e alcune fonti settecentesche attestano che la macchina anatomica maschile fu acquistata nel 1756 da Raimondo di Sangro, in seguito a una esibizione pubblica che l’anatomopatologo siciliano tenne a Napoli. Il principe, inoltre, prese Salerno a lavorare per sé, assegnandogli una cospicua pensione annua, e gli commissionò la realizzazione dell’altra macchina anatomica. Le due Macchine anatomiche sono tra le presenze più enigmatiche del complesso monumentale. Ancora oggi, a oltre duecentocinquanta anni di distanza, si dibatte sui procedimenti e i materiali grazie ai quali si è potuta ottenere una tanto eccezionale conservazione dell’apparato circolatorio. Alimentando la “leggenda nera” di Raimondo di Sangro e ipotizzando che Salerno, sotto la direzione del principe, avesse inoculato nei vasi sanguigni di due corpi una sostanza che ne avrebbe procurato la “metallizzazione”. Anche Benedetto Croce racconta che secondo la credenza popolare Raimondo di Sangro “fece uccidere due suoi servi, un uomo e una donna, e imbalsamarne stranamente i corpi in modo che mostrassero nel loro interno tutti i visceri, le arterie e le vene”. In realtà, il sistema circolatorio è frutto di una ricostruzione effettuata con diversi materiali, tra cui la cera d’api e alcuni coloranti. Stupisce, ad ogni modo, la riproduzione del sistema artero venoso fin nei vasi più sottili.

Altra tappa da non perdere, la  Napoli sotterranea. Visitare questo substrato che sorregge la città di Napoli da circa 5000 anni, significa immergersi in un’esperienza unica ed emozionante, compiendo un viaggio lungo un tragitto a 40 metri di profondità tra cunicoli e cisterne, lungo un percorso storico di ben 2400 anni.  Durante l’escursione sarà possibile ammirare diversi reperti storici che spaziano dai resti dell’antico acquedotto greco-romano ai rifugi antiaerei della Seconda Guerra Mondiale: un vero e proprio viaggio nel tempo da fare a piedi.

Per rilassarsi da tante emozioni siamo entrati nel meraviglioso Chiostro maiolicato del Complesso Monumentale di Santa Chiara, nel quale si respira spiritualità e pace.

Durante i vari spostamenti non dimenticate di scendere con la Linea 1 della metropolitana  alla Stazione  Toledo, considerata dal quotidiano inglese The Daily Telegraph, la più bella d’Europa e del mondo. Primato confermato anche nella classifica della CNN. Nel  2013 Toledo ha vinto il premio Emirates leaf international award come “Public building of the year”.e nel 2015 il  premio ‘International Tunnelling Association: Oscar delle opere in sotterraneo’, superando la concorrenza di importanti opere a Sydney e Gerusalemme.

Ultimo giorno a Napoli e per non sentirne troppo la nostalgia ordiniamo mozzarelle, taralli, panini napoletani e sfogliatelle, da portare a casa e ci dirigiamo verso  l’imperdibile  visita al Quartiere Sanità. Una realtà ancora difficile di Napoli dove un’altissima densità abitativa e poche possibilità di lavoro portano spesso i giovani nelle braccia della delinquenza organizzata. Qui su iniziativa di Don Paolo e di 5 ragazzi volenterosi è nata nel 2006  l’Associazione La Paranza. Facendo proprie le parole di Sant’Agostino «La Speranza ha due bellissime figlie: lo Sdegno e il Coraggio di cambiare le cose così come sono» la cooperativa nata in uno dei quartieri di Napoli in cui è più evidente la convivenza tra grandi differenze socio-culturali ed enormi risorse. la Cooperativa ha iniziato un cammino di auto sviluppo, mettendo le singole esperienze al servizio del Rione Sanità, non per cambiare città, ma per cambiare la città.

La valorizzazione del patrimonio artistico e culturale del quartiere è una delle principali attività della Paranza. La bellezza dei luoghi costituisce un’attrattiva per i flussi turistici prima italiani e poi internazionali, e contribuisce all’inserimento del Rione nel circuito di produttività cittadino. I visitatori delle catacombe dal 2006 a oggi quintuplicati, e si è sviluppata un’economia sociale che ha dato vita a una rete di piccole cooperative e artigiani. Tutti esempi positivi che dimostrano che esiste un futuro migliore. Molta strada c’è ancora da fare ma grazie all’impegno di questi ragazzi una speranza di riqualificazione esiste.

Se spesso si privilegia la visita alle Catacombe di San Gennaro, io consiglio vivamente di non perdersi quelle di San Gaudusio, un unicum al mondo. Difficile descrivere a parole l’atmosfera di queste catacombe dove si praticava la  scollatura. Le catacombe ebbero un nuovo periodo di utilizzo nel Seicento , ad opera soprattutto dei frati domenicani. In quest’epoca era ancora diffuso l’uso degli scolatoi, cioè cavità di pietra in cui si appoggiava il cadavere in posizione fetale per fargli perdere i liquidi. I frati domenicani pensavano che la testa fosse la parte più importante del corpo poiché sede dei pensieri; per cui, dopo l’essiccazione, le teste venivano conservate mentre il resto del corpo veniva ammassato negli ossari. Sempre in questo periodo si praticò la macabra moda di prendere le teste dei cadaveri ormai essiccati e di incastrarsi nei muri dipingendo al di sotto un corpo che desse qualche indicazione sul mestiere del defunto. Questo tipo di sepoltura era riservato ai ceti più abbienti e fu in seguito abbandonato per motivi igienici. Dei teschi incassati nei muri è rimasta solo la calotta cranica, in quanto la parte anteriore si è deteriorata per via dell’umidità. Il fatto che molte di queste calotte craniche siano palesemente più piccole di quelle di un uomo d’oggi viene attribuito alla migliore alimentazione e maggiore salute in generale degli individui.
L’attore napoletano Antonio De Curtis, in arte Totò, era originario del Rione Sanità e frequentatore delle sue catacombe, dove esiste un affresco della morte che vince su ogni cosa che probabilmente ha ispirato a Totò la sua poesia ‘A livella’.

Una menzione poi al meraviglioso presepe denominato il Presepe favoloso conservato all’interno della basilica. Il presepe napoletano è una delle più belle rappresentazioni dello stare insieme, vicini e diversi, nelle difficoltà della vita quotidiana avendo nel cuore la speranza della salvezza. Questo grande strumento comunicativo, accompagna da secoli la storia del mondo, raccontando il passato, il presente e, nei suoi aspetti scaramantici e superstiziosi, anche il futuro. Possiamo così individuare personaggi popolani cari alla tradizione napoletana come Maria la polpettara che appariva in sogno ai mariti fedifraghi spingendoli a mangiare le sue polpette che provocavano atroci dolori simili a quelli del parto, uno scugnizzo con le sembianze di Maradona, un diavolo chiuso in galera, un lupo mannaro che veniva utilizzato dalle mamme come spauracchio per tenere i figli in casa a Natale o infine un mostro marino che rappresenta Partenope la sirena simbolo di Napoli.

Il cimitero delle Fontanelle purtroppo è chiuso a tempo indeterminato. Il comune doveva fare dei lavori di ripristino per un’infiltrazione sempre rimandati e che ora sono diventati molto più gravosi. Peccato!

Un grande plauso ai ragazzi della Cooperativa La Paranza che vi conducono durante le visite guidate (obbligatorie) alle catacombe spiegando con competenza e sagacia, tutta napoletana, queste meraviglie di Napoli.

Gabriel Betti

 

Sci e sicurezza: Obbligo di polizza assicurativa

Si ricorda che a partire dal 1 gennaio 2022 ogni utente delle aree sciistiche deve essere in possesso di una assicurazione di responsabilità civile per danni contro terzi. 

La maggior parte delle polizze di questo tipo, anche familiare, prevede la copertura specifica per lo sci alpino. È in ogni caso consigliabile verificare presso la propria compagnia assicurativa che sia effettivamente così.

L’assicurazione non è inclusa nello skipass e può essere acquistata solo online.

Valentino Betti

 

Sci d’emozione: Giro della Grande Guerra e Sella Ronda.

Tracciare morbide curve, passando da un comprensorio sciistico all’altro. E poi una neve perfetta, lo straordinario paesaggio e il piacere della buona tavola. La destinazione sciistica Dolomiti Superski vanta due giri sciistici davvero spettacolari. Entrambi i percorsi ti consentono di attraversare il gruppo montuoso delle Dolomiti, scendendo e salendo da un versante all’altro delle montagne. Nel 2020 la Sellaronda si è aggiudicata niente meno che il titolo di “miglior giro sciistico”, conferitole dal portale skiresort.de.

Il Sella Sellaronda è in assoluto uno dei giri sciistici più rinomati. L’itinerario si snoda attorno ai quattro passi dolomitici che abbracciano il Gruppo del Sella. Percorrendolo, si attraversano le valli ladine di Gardena, Alta Badia, Arabba e Fassa. Il tracciato copre in tutto 40 chilometri, di cui 27 sono interamente godibili con gli sci ai piedi.

Il Giro della Grande Guerra, chiamato anche Tour della Pace, si estende per circa 80 chilometri attorno al Col di Lana, la montagna simbolo della prima guerra mondiale, passando accanto al Civetta, al Monte Pelmo e alle Tofane.
Incantevoli paesaggi montuosi e panorami mozzafiato. Entrambi i giri sciistici ti consentono di attraversare il cuore del gruppo montuoso delle Dolomiti, salendo e scendendo da un versante all’altro di queste straordinarie montagne. Tante emozioni, un unico Dolomiti Superskipass.

Fonte : Dolomiti Superski