Un tuffo nell’essenza di Napoli tra folklore e cultura

img-20221028-wa0025Adoro Napoli e mi ritrovo in pieno nella cosiddetta smania ‘e turnà (la smania di tornare), più volte raccontata da canzoni classiche napoletane e film. Una sensazione forte vissuta da molti illustri personaggi, uno tra tutti Goethe celebre scrittore e drammaturgo, che intraprese il suo primo viaggio in Italia, durato quasi due anni, visitando il Trentino, il Veneto, la Sicilia e Napoli. Fu proprio quest’ultima città che rimase nel suo cuore, per il calore del popolo partenopeo così avvolgente e  per la sua capacità di godere di tutte le piccole gioie della vita. Nella lettera del 2 marzo 1787 della sua opera Viaggio in Italia disse: « Della posizione della città e delle sue meraviglie tanto spesso descritte e decantate, non farò motto. “Vedi Napoli e poi muori!” dicono qui». “Anche a me qui sembra di essere un altro. Dunque le cose sono due: o ero pazzo prima di giungere qui, oppure lo sono adesso” e ancora: “Da quanto si dica, si narri, o si dipinga, Napoli supera tutto: la riva, la baia, il golfo, il Vesuvio, la città, le vicine campagne, i castelli, le passeggiate… Io scuso tutti coloro ai quali la vista di Napoli fa perdere i sensi!“

Eccomi, quindi, di nuovo in partenza per Napoli, con una coppia di amici neofiti della città, per un long week end di 4 giorni. Treno veloce da Bologna alle 7 del mattino e un B&B nei pressi della stazione ci permettono già nella tarda mattinata una full immersion in un mercato rionale per respirare l’atmosfera caotica e calorosa di questa meravigliosa città. Tra bancarelle di pesce fresco, coloratissime verdure e banchetti di vestiti, scarpe e borse più o meno originali, il tempo scorre veloce. Arriva l’ora di pranzo e la classica pizza è una scelta quasi obbligata.

Al pomeriggio decidiamo per una bella passeggiata, percorriamo Via Toledo, famosa per lo shopping, attraversiamo Piazza Plebiscito, uno dei luoghi simbolo di Napoli, situata nel cuore del centro storico, con la sua superficie di oltre 25mila metri quadrati, è la più grande della città e una delle maggiori in tutta Italia. Dalla Piazza, arriviamo sul lungomare e in una decina di minuti arriviamo a Castel dell’Ovo, il più antico castello di Napoli che sorge sull’isolotto di Megaride dove, secondo la leggenda, vi approdò la sirena Partenope che diede il primo nome alla città antica. Castel dell’Ovo è noto, oltre che per la lunga storia che lo contraddistingue, anche per una leggenda che riguarda il poeta Virgilio, considerato durante il Medioevo un mago. Secondo la leggenda, il poeta-mago avrebbe nascosto un uovo magico in un contenitore di cristallo, a sua volta racchiuso in una gabbietta di ferro e appeso al soffitto delle stanze segrete nel sotterraneo del Castello. Questo uovo aveva il potere di mantenere in piedi il maniero, di garantire l’integrità dell’isolotto e quindi di proteggere tutta la città. Durante il regno di Giovanna I, il 26 luglio del 1370, il castello fu parzialmente abbattuto da una impressionante mareggiata all’altezza dei bastioni e un prigioniero, tal Ambrogio Visconti, scappando dalle prigioni urtò il contenitore e ruppe l’uovo. La fortezza iniziò a crollare insieme a una parte del Monte Echia e per evitare che il panico si diffondesse tra gli abitanti, la regina dovette confessare di aver sostituito l’uovo.
A questo punto decidiamo di andare a visitare la Certosa di San Martino raggiungibile con una funicolare o in taxi. Per velocizzare i tempi optiamo per il taxi che ci porta davanti all’ingresso della Certosa dalla quale si ammira uno straordinario panorama sul Golfo di Napoli. Edificata nel 1325 per volere di Carlo d’Angiò, duca di Calabria, subisce fin da subito profondi cambiamenti fino a quando, nella seconda metà dell’Ottocento, la Certosa divenne Museo Nazionale Italiano. Il Museo, mantenendo intatta la corretta percezione del luogo religioso e dello spazio antico, alterna testimonianze della storia di Napoli e della chiesa a panorami mozzafiato percepibili da loggiati, belvederi e giardini. Da non perdere la Chiesa della Certosa, uno scrigno che racchiude gioielli della pittura e della scultura napoletana del Seicento e Settecento.

Poco distante dalla Certosa in posizione sopraelevata si trova Castel dell’Elmo, il più grande dei sette castelli di Napoli che domina la città. Dai suoi bastioni si ammira il panorama più bello di Napoli: a 360°.

Ormai al tramonto, rientriamo verso il centro percorrendo una lunga scalinata, non molto ben tenuta, ma dalla quale si può godere di scorci unici e suggestivi.
Alla sera, cena nei Quartieri Spagnoli per vivere appieno l’atmosfera di una delle zone più caratteristiche di Napoli, con le sue stradine strette e buie colorate dai panni stesi e dall’allegria dei tanti ristorantini tipici e delle botteghe artigiane che attirano migliaia di turisti. La nascita di questi quartieri è legata al periodo in cui a Napoli dominavano gli spagnoli, con l’intento di trovare una sistemazione ai tanti militari presenti all’epoca in città. Fin dal loro nascere i Quartieri Spagnoli furono un luogo malfamato e di perdizione, dove i soldati venivano a cercare i divertimenti e dove venivano compiuti molti delitti e soprusi.
Oggi i Quartieri Spagnoli, una volta poco accessibili ai turisti per l’alto tasso di criminalità, sono diventati il centro della vita serale e le scene che vi si possono ammirare sono incredibili.

In queste vie come, peraltro, nella Via dei Tribunali e in Via San Gregorio Armeno, famosa per i suoi negozietti di presepi, è possibile respirare l’essenza di Napoli e apprezzare la creatività e l’arguzia che ha permesso a questo popolo di sopravvivere e sbarcare il lunario come nessun altro. Ne sono esempio le originali statuine dei presepi che ogni anno vengono rinnovate con personaggi famosi, continuando la tradizione napoletana che vede nei presepi la compresenza del sacro e del profano, rappresentato da personaggi della vita quotidiana. E ancora gli oggetti dissacranti che spesso si trovano sulle bancarelle che lasciano sbigottiti, come la carta igienica con la stampa in ogni foglietto della faccia di leader politici italiani e stranieri al centro dell’attenzione mediatica oppure cappelli di lana con scritte sorprendenti, quest’anno mi ha colpito “Buongiorno un cazzo”.

Un esempio dell’arte dell’arrangiarsi, passeggiando per una delle tante viuzze, sentiamo una musica provenire dall’alto e vediamo alcune persone che ballano in strada. Confusi, cerchiamo di capire la provenienza della musica quando un cestino viene calato con una fune da un balcone al primo piano, alziamo gli occhi e capiamo che sul terrazzo è stato allestito un Karaoke per intrattenere i passanti che si fermano per cantare e ballare e poi lasciano nel cestino qualche soldo.

E questo è stato solo il primo intensissimo giorno a Napoli, a presto un secondo articolo dedicato a Pompei e ad alcune delle chicche culturali di questa splendida città. Vi aspetto.

Gabriel Betti

 

Foreste Casentinesi: un arcobaleno di colori infuocati

Per gli amanti del foliage, il cambio del colore delle foglie, l’autunno è la stagione perfetta per organizzare viaggi e gite fuori porta per godere dell’incredibile spettacolo offerto dalla natura. Se poi amate anche camminare, indubbiamente il modo migliore per ammirare il foliage e visitare un’area protetta osservando nel dettaglio gli ambienti, il paesaggio, le tracce degli animali, i segni della storia, non vi potete perdere un’escursione nel Parco delle Foreste Casentinesi.
Adagiate sulle pendici dell’Appennino Tosco-Romagnolo, le Foreste Casentinesi, considerate tra le foreste più colorate d’Italia, vantano oltre 40 specie di alberi che ogni anno in autunno iniziano a tingersi di colori accesi creando un caleidoscopio incredibile di colori fiammeggianti, un arcobaleno di colori infuocati che spazia tra le tonalità del giallo, dell’arancione e del rosso più intenso.
I periodi migliori per ammirare il foliage nel Casentino sono le ultime due settimane di ottobre e le prime due di novembre quando la stagione dei colori caldi è al massimo livello di intensità.
Dal 2007 le faggete del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi sono entrate a far parte della lista del patrimonio mondiale dell’Unesco. I faggi presenti in questi boschi hanno oltre 500 anni di età e sono considerati tra i faggi più antichi d’Europa.
Il territorio del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi,  con la sua rete di oltre 600 km di sentieri, offre infinite possibilità escursionistiche per tutti e in tutte le stagioni, un’ampia scelta di percorsi, diversi per lunghezza, grado di difficoltà e ambienti naturali attraversati.
Indispensabile strumento per ogni escursionista è la Carta dei Sentieri del Parco. Per i più tecnologici è possibile scoprire le numerose proposte di escursioni all’indirizzo trekking.parcoforestecasentinesi.it, consultare una mappa web, all’indirizzo maps.parcoforestecasentinesi.it, oppure collegarsi alla PNFC trekking mapp, una App dedicata agli appassionati di escursionismo per “navigare” sui sentieri del Parco anche in modalità offline.
E’ proprio per valorizzare la bellezza delle trasformazioni autunnali che anche quest’anno, per la sesta volta, il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi propone un ricco calendario di iniziative nell’ambito della rassegna Autunno Slow, che accompagna i visitatori alla scoperta del territorio, fra le quali cinque escursioni.

ESCURSIONE “I GIGANTI DEL TRAMAZZO”
Sebbene lontana dalle foreste storiche di Campigna e Camaldoli, la zona settentrionale del Parco sfoggia un elevato numero di magnifici alberi monumentali tra cui il Gigante del Tramazzo, i faggi della Fonte del Bepi e la Roverella del Bagno, tutti da ammirare percorrendo un anello tra il Lago di Ponte e la Fonte del Bepi con una piacevole escursione in programma per giovedì 1 novembre a partire dalle 9.00 del mattino dalla piazza di Tredozio. La passeggiata durerà circa sei ore più una breve pausa pranzo.
DOPPIO TREKKING INTORNO ALLE SCOGLIERE DEL VERNA
Immerso nelle faggete millenarie, il Sacro Monte della Verna offre una splendida cornice per una escursione di circa cinque ore a tu per tu con le bellezze del Parco. Attraverso boschi di faggio e abete bianco, si ammireranno le magnifiche scogliere per poi raggiungere la cima del monte dalla quale godere di una vista magnifica sulla Valle del Casentino. L’appuntamento è per sabato 3 novembre alle 10.00 presso il parcheggio de La Beccia.
SINFONIA DI COLORI NELLA FORESTA DELLA LAMA
Atmosfere incantate e colori da sogno nella magnifica foresta della Lama, nel cuore del Parco. Qui, tra chiome variopinte che si spogliano per prepararsi all’inverno, si passeggerà lungo un sentiero di crinale poco battuto ma estremamente panoramico che offrirà una moltitudine di spunti per immortalare scenari meravigliosi. L’appuntamente con questa escursione tra i colori sorprendenti dell’autunno è per domenica 4 novembre.
L’AUTUNNO AI CONFINI DELLA RISERVA INTEGRALE DI SASSO FRATINO
La Riserva Integrale di Sasso Fratino è un vero e proprio patrimonio di biodiversità che custodisce una delle faggete più antiche di tutto l’emisfero nord, non a caso dichiarata Patrimonio dell’Umanità UNESCO. Tra le bellezze mozzafiato della faggeta, nella zona di confine meno esplorata generalmente interdetta agli escursionisti, domenica 11 novembre si svolgerà una interessante escursione attraverso sentieri non segnalati sulle carte, tanto difficili quanto incantevoli, lungo i quali si incontreranno ruderi di abitazioni, un bellissimo crinale dai Poggi panoramici e soprattutto fresche pozze d’acqua cristallina.
ALLA CONQUISTA DEL MONTE CARPANO
Arrampicandosi sulla mulattiera di Pietrapazza, costeggiando le strette gole fantasma del Volanello e di Becca, oltrepassando antichi ruderi immersi tra gli alberi, sabato 17 novembre ci si arrampica fino alla cima del Monte Carpano dalla quale si potranno ammirare le vallate del Savio da una parte e del Bidente dall’ altra. Si parte dall’abitato di Bagno di Romagna per poi perdersi tra le bellezze di questa splendida zona di confine del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi.

Gabriel Bettifall-foliage

Sardegna in ottobre una scoperta continua

La Sardegna stupisce sempre per la sua bellezza e per le sue mille sfaccettature, e lo fa anche in autunno. Siamo partiti a inizio ottobre pensando di dedicarci soprattutto a escursioni e trekking, non pensavamo certamente al mare, tutta al più la speranza di prendere un po’ di sole nelle ore più calde. Invece abbiamo trovato un clima mite che ci ha permesso non solo di goderci spiagge meravigliose e poco affollate, ma di fare anche diversi bagni in un mare strepitoso, calmo e tiepido.

Abbiamo fatto base a Castelsardo, nel nord della Sardegna , un antico borgo medioevale che ha la peculiarità di essere aperto tutto l’anno, ideale anche nelle basse stagioni. Inserito tra I Borghi più belli d’Italia si affaccia sul Golfo dell’Asinara e annovera splendide spiagge, alcune premiate con la Bandiera Blu come la spiaggia di Ampuras. E’ inoltre punto di partenza perfetto data la su posizione baricentrica per visitare in giornate molti posti stupendi, come Stintino, Santa Teresa di Gallura, Porto Torres, ….
Prima tappa la spiaggia Li Junchi di Badesi un bellissimo arenile dorato, lungo e profondo affacciato su un mare limpido e trasparente. Comodissimo se si arriva con lettini e ombrelloni, gli stabilimenti balneari aperti in questa stagione sono pochini, in quanto la spiaggia è attaccata alla strada. L’arenile si prolunga a sud nella cosiddetta Baia delle Mimose, fino alla foce del Coghinas, i cui detriti hanno creato in questa zona la più lunga spiaggia della costa nord. Di grande impatto visivo,il vasto sistema di dune che delimita la spiaggia verso l’interno e dove crescono numerosi, magnifici esemplari di ginepro dal tipico sviluppo basso e contorto.

Si procede poi per “Isola Rossa” il cui nome proviene da un isolotto vicino di colore rossiccio e con un paesaggio caratteristico e indimenticabile. Isola Rossa si staglia sulle suggestive rocce di porfido color amaranto. L’isoletta omonima, composta della stessa pietra rosseggiante, ne delimita a ovest il porticciolo. Il borgo invece nacque solo gli inizi del Novecento per iniziativa di un piccolo gruppo di pescatori e contadini napoletani e galluresi che sfruttarono il mare antistante soprattutto per la pesca dei mitili e dei crostacei. Vicino all’abitato, scura sulla roccia, si erge una cinquecentesca torre spagnola di difesa. Isola Rossa ha due spiagge particolarmente belle: Spiaggia Longa, la più estesa, e Li femini, più piccola e urbana. Quando il sole tramonta e si ha voglia di una bella passeggiata, il lungomare è dotato di un fascino speciale.

Da Isola Rossa parte un bellissimo e semplice trekking che arriva fino a Costa Paradiso.
Una giornata alla portata di tutti lungo un tratto di costa ancora incontaminato. Attraverso un evidente sentiero si cammina tra alberi di ginepro e rocce rosse modellate dal maestrale nelle forme più insolite e bizzarre; inebriati dai profumi del elicriso, del mirto e del rosmarino, si visitano le stupende cale di Tinnari e di Li Cossi, considerate tra le più belle di tutta la costa nord occidentale. Lungo il percorso si potrà godere di panorami e di scorci di paesaggio di una bellezza impagabile che spaziano su tutta la costa fino alle Bocche di Bonifacio in Corsica, immersi in un bosco costituito prevalentemente da macchia mediterranea, in un ambiente ricco di piante autoctone e con un po’ di fortuna si può venire a contatto con la fauna selvatica, volpi, lepri, pernici presenti in tutta zona.

La partenza è dalla torre spagnola di Isola rossa, il percorso è facile e adatto anche ai bambini. Tempo medio di percorrenza, inclusa la pausa pranzo, circa 8 ore per una decina di chilometri. Ovviamente si può interrompere il percorso e tornare indietro in qualsiasi momento.

Dirigendosi invece verso ovest direzione Porto Torres a circa mezz’ora da Castelsardo, si incontra Platamona una lunghissima spiaggia di sabbia bianca e conchiglie con fondali prevalentemente sabbiosi, che si estende per circa quindici chilometri. A Platamona si accede attraversando un ponte di legno dal parcheggio gratuito oppure si può raggiungere a piedi dal centro abitato di Porto Torres. Vicino alla spiaggia è presente una grande pineta.

Tra le tante spiagge che abbiamo visitato, tra le quali l’intramontabile Pelosa a Stintino raggiungibile in un’oretta circa da Castelsardo, una menzione speciale merita la Spiaggia di Rena Majori nel territorio dell’Aglientu parte integrante del sito naturalistico di Monti Russu, nella Gallura. castelsardoL’abbiamo visitata sulla strada del ritorno ma ci siamo ripromessi di dedicarle una giornata una prossima volta. Oltre un’ombrosa pineta camminando fra i ginepri si schiude il variopinto paesaggio di Rena Majiori, una striscia di sabbia bianca e impalpabile che si immerge in una mare dai colori incantevoli con un bordo di scogli scuri e rocce granitiche chiare. Il mare ricco di celesti e blu crea, tra gli scogli, piccole piscine e grazie a un fondale dolcemente degradante è ideale per i bambini. La ricchezza di pesci lo ha reso meta di diving e snorkeling. In una parola un Paradiso.

Grazie Sardegna alla prossima vacanza.

Gabriel Betti