La Ciclovia del Sole in Emilia Romagna tra tagliatelle, vecchie stazioni e tanta pianura!

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La Ciclovia del Sole in Emilia-Romagna corre lungo il tracciato della ex ferrovia Bologna-Verona, attraverso 50 km di pianura emiliana da Mirandola a Bologna. Un percorso ciclabile facile, adatto a tutti, compresi i piccoli cicloamatori, che attraversa zone di grande interesse naturalistico e storico-culturale, intervallate da vecchie stazioni ferroviarie e possenti ponti in metallo dove un tempo correvano i binari del treno.

La Ciclovia attraversa le piccole cittadine della Bassa, luoghi di quieto vivere dove le antiche tradizioni si fondono con la cultura locale, borghi che hanno molto da raccontare e da mostrare ai visitatori. Ovviamente, essendo in terra emiliana, percorrere la Ciclovia è anche un’occasione d’oro per scoprire i numerosi prodotti tipici dell’enogastronomia regionale, una delle anime più autentiche di questo territorio, regno della pasta fresca, del maiale e del buon vino.

Percorriamo  insieme le principali tappe.

Mirandola – cittadina dalla pianta ottagonale, con il Castello dei Pico leggendariamente inespugnabile e il Palazzo Comunale dal bel loggiato. Nelle vicinanze si trovano le Valli Mirandolesi, una Zona di Protezione Speciale con punti sosta per attività di birdwatching.

San Felice sul Panaro – ex feudo della Grancontessa Matilde di Canossa, la cittadina è immersa nel verde della pianura a metà tra Modena e Ferrara. È nota per la Rocca Estense a pianta quadrangolare.

Camposanto – sorta sulla riva sinistra del fiume Panaro, questa cittadina è diventata negli ultimi anni un piccolo museo a cielo aperto grazie ai 20 murales realizzati con il progetto Quadricromie. Nei pressi sorge il Bosco della Saliceta, un’area dalle antichissime origini e oggi zona di riequilibrio ecologico.

Crevalcore – un centro storico porticato, chiuso tra due porte, su cui svetta la Torre Civica. A pochi chilometri le Vasche dell’ex Zuccherificio, un ambiente palustre che comprende le vasche di decantazione del vecchio impianto saccarifero chiuso dal 1985, oggi area di riequilibrio ecologico in cui trovano rifugio numerose specie di uccelli.

Sant’Agata Bolognese – perfetta realizzazione di un insediamento tipico della Bassa emiliana, la cittadina è nota per essere la sede di una delle case automobilistiche più famose del mondo: la Lamborghini. Qui si può visitare anche il Mudetec – Museo delle Tecnologie. Le campagne circostanti raccontano la storia delle Partecipanze Agrarie locali.

San Giovanni in Persiceto – storicamente noto come borgo rotondo per via dell’impianto concentrico del suo centro storico, il paese è celebre per il Carnevale Storico dello “spillo”. Da non perdere la colorata Piazzetta Betlemme, nota anche come Piazzetta degli Inganni per via delle opere murali trompe l’oeil realizzate dallo scenografo hollywoodiano Gino Pellegrini. Nei dintorni segnaliamo La Bora, un’area protetta casa per numerose specie di uccelli e anfibi.

Sala Bolognese – un nome di origine longobarda che significava “casa signorile di campagna con annessi fabbricati rurali” per un Comune composto da diverse frazioni sparse sul territorio. Da non perdere la Pieve in stile romanico-lombardo e un suggestivo giro sulle sponde dei fiumi Reno e Samoggia tra i maceri circondati da olmi e salici bianchi.

Anzola dell’Emilia – la storia di Anzola è stata fin dall’età del bronzo caratterizzata da uno stretto rapporto con l’acqua, una storia oggi custodita e raccontata dal Museo Archeologico Ambientale e dalla sua terramare. Sul territorio costellato da pilastrini (piccole testimonianze di fede costruite per scongiurare i pericoli) sorge anche una delle pievi più antiche della provincia bolognese e il Gelato Museum Carpigiani, il primo e unico spazio museale dedicato alla storia, alla cultura e alla tecnologia del gelato artigianale italiano.
Alla scoperta del “sacro gravel”

Da questo tratto della ciclovia del sole si dirama poi un fitto reticolo di stradine di campagna non asfaltate in grado di soddisfare i desideri a pedali di tutti gli appassionati del gravel (strade di ghiaia) . Attraversando i campi coltivati si entrerà in contatto con l’essenza della cultura agreste emiliana, tra ruderi abbandonati, cascine ancora in funzione e balle di fieno lasciate a seccare al sole. Si pedala in un mondo sospeso in cui solo le moderne macchine agricole ci riportano alla contemporaneità.

La Ciclovia del Sole fa parte della rete EuroVelo: un percorso ciclabile lungo 7.400 chilometri che va da Capo Nord a Malta attraverso Norvegia, Finlandia, Svezia, Danimarca, Germania, Repubblica Ceca, Austria e Italia.

Attualmente il percorso italiano che si può percorrere è il tratto Verona-Bologna.

A questo nei prossimi anni si aggiungerà il tracciato della parte appenninica, che da Bologna sale fino al crinale tosco-emiliano (oggi si può percorrere su percorsi per ciclisti esperti, oppure in treno) per poi arrivare fino a Firenze.

Per maggiori info, conoscere i Servizi presenti lungo la Ciclovia e scaricare il percorso GPS, date un’occhiata al sito ufficiale cicloviadelsole.it o seguite la pagina Facebook e l’account Instagram.

Altri spunti e percorsi per scoprire l’Emilia-Romagna su due ruote potete trovarli nella sezione Cicloturismo del portale regionale EmiliaRomagnaTurismo.

Gabriel Betti

 

Vittorio Veneto e il Cammino del Prosecco

A metà strada tra Venezia e Cortina d’Ampezzo situata ai piedi delle Prealpi trevigiane e delle colline del Prosecco patrimonio Unesco, Vittorio Veneto è il capoluogo delle Prealpi Trevigiane.

La città di Vittorio Veneto ha una storia antica e affascinante, risalente all’epoca romana. Tuttavia, uno degli eventi più significativi nella storia della città è stata la battaglia di Vittorio Veneto, che ha segnato la fine della prima guerra mondiale e che portò alla vittoria dell’Italia nel 1918. Oggi, la città è un simbolo della pace e della riconciliazione, ed è stata riprogettata in modo da riflettere questo messaggio.
Vittorio Veneto, nasce dall’unione di due borghi storici: Ceneda, il Borgo dei Vescovi e Serravalle, il borgo dei nobili. Entrambi conservano un ricco patrimonio artistico e culturale, testimoniato dai loro duomi, dalle loro logge, dai loro palazzi e dai loro musei.
Frequentata in epoca rinascimentale dai massimi artisti italiani, quali, tra gli altri, Jacopo Sansovino e Tiziano Vecellio, ha dato i natali nel XVIII secolo a Lorenzo Da Ponte, letterato e librettista delle più importanti opere di Mozart; Vittorio Veneto è stata sede dell’episcopato di Albino Luciani, divenuto successivamente Papa Giovanni Paolo I.
Il paesaggio collinare che abbraccia la città, dominato dal Castello vescovile, è caratterizzato per la rinomata ed estesa produzione vitivinicola del Prosecco Superiore
Ceneda è il borgo meridionale di Vittorio Veneto, storicamente legato all’autorità dei vescovi. Il suo cuore è piazza Giovanni Paolo I, dedicata al papa nato proprio qui nel 1912. Qui si trovano la cattedrale di Santa Maria Assunta e San Tiziano, il seminario vescovile e l’antica loggia della comunità, che oggi ospita il Museo della Battaglia. Questo museo è uno spazio moderno e interattivo che racconta la storia e le testimonianze della Grande Guerra, attraverso reperti, documenti, foto e video. Salendo per via Brevia si raggiunge il castello di San Martino, ritiro privato del vescovo, da dove si gode uno splendido panorama sulla piana circostante. Scendendo a valle dalla piazza si percorre viale della Vittoria, costellato di affascinanti ville liberty. Tra queste spicca villa Croze, oggi sede della Galleria Civica d’Arte Medievale, Moderna e Contemporanea, dove sono conservate opere di Palma il Vecchio e Gerolamo Induno.
Serravalle è invece il borgo settentrionale di Vittorio Veneto, storicamente sede del potere laico. Qui si respira un’atmosfera sospesa nel tempo tra le strette strade di sampietrini e gli imponenti palazzi porticati. Percorrendo via Martiri della Libertà si giunge a palazzo Minucci-De Carlo, la casa-museo dell’eroe di guerra e spia Camillo De Carlo. È un vero scrigno di tesori inattesi, rimasto intatto dopo la sua morte e ora aperto nei fine settimana. Piazza Flaminio è il salotto buono della città, su cui affacciano i locali storici, il duomo di Santa Maria Nova e la loggia comunale. Da qui si può ammirare la torre civica del XIII secolo e il castello di San Giacomo sul colle omonimo. Il castello ospita il Museo del Cenedese, che raccoglie collezioni di arte sacra, archeologia, numismatica e mineralogia. Vittorio Veneto non è solo una città che celebra l’arte del passato, ma anche quella contemporanea,  con le numerose iniziative ed eventi di arte contemporanea che si svolgono nella città, come mostre d’arte, performance, e progetti di arte pubblica.
Il ruolo dell’arte nella vita culturale di Vittorio Veneto è di fondamentale importanza, poiché l’arte e la cultura sono strettamente legate alla vita della città e dei suoi abitanti. L’arte non solo arricchisce la vita culturale, ma anche quella economica, portando visitatori da tutto il mondo che desiderano scoprire e apprezzare la bellezza della città.Una citazione speciale per la cucina tipica che si può assaporare in alcune osterie e trattorie locali, dove ancora oggi propongono piatti della tradizione contadina come i Radicchi con i fagioli, un piatto unico che costituiva la cena nella campagne locali e che consiste in un’insalata di radicchio trevigiano condita con una crema di fagioli e insaporita con il lardo. Una vera prelibatezza!
Per  approfondire la conoscenza del territorio circostante Vittorio Veneto, non si può mancare di percorrere il  Cammino del Prosecco, un itinerario escursionistico che abbraccia le colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene. Si tratta di un percorso di 51 chilometri suddiviso in quattro tappe, che parte da Vidor e arriva a Vittorio Veneto. Lungo il cammino si possono ammirare il paesaggio delle dorsali collinari, dei vigneti, dei boschi e dei paesi, ma anche visitare borghi, castelli, abbazie e chiese che testimoniano la storia e la cultura della zona. Infine è d’obbligo e un grande piacere assaporare i prodotti tipici del territorio, come il Prosecco, il formaggio Morlacco, i salumi e i dolci.
Il Cammino del Prosecco è un’esperienza naturalistica unica per entrare in contatto con le bellezze e le eccellenze di questo territorio patrimonio dell’umanità.vittorioveneto
Per  scoprire al meglio Vittorio Veneto  e il suo territorio, si può consultare il sito ufficiale del turismo di Vittorio Veneto: https://www.vittorioveneto.turismo.it/

Gabriel Betti

 

Umbria e i grandi eventi 2023: i 500 anni del Perugino e i 50 di Umbria Jazz

L’Umbria è pronta a celebrare il 2023 con grandi eventi. Quest’anno, infatti, si festeggiano i 500 anni dalla morte del Perugino e i 50 anni di Umbria Jazz, due importanti ricorrenze che rendono questo territorio già così ricco di arte, cultura, enogastronomia e natura, ancora più attrattivo e interessante da visitare.

Dal 4 marzo all’11 giugno 2023, in occasione del quinto centenario della sua morte, la Galleria Nazionale dell’Umbria di Perugia celebra con una grande mostra, Il Perugino ossia Pietro Vannucci, “Il Meglio Mastro d’Italia”, appellativo che gli viene conferito da Agostino Chigi in una lettera datata 7 novembre 1500 e che è stato scelto come titolo della mostra.  Il percorso espositivo, composto da oltre settanta opere, ha scelto di individuare solo dipinti del Vannucci antecedenti al 1504, anno nel quale egli lavorava a tre commissioni che segnano il punto più alto della sua carriera: la Crocifissione della Cappella Chigi in Sant’Agostino a Siena, la Lotta fra Amore e Castità già a Mantova, ora al Louvre di Parigi, e soprattutto lo Sposalizio della Vergine per la cappella del Santo Anello del Duomo di Perugia, oggi nel Musée des Beaux-Arts di Caen (Francia)

Inoltre, Città della Pieve, città natia del Divin pittore, ha organizzato uno degli eventi di punta a livello nazionale: la mostra “…al battesimo fu chiamato Pietro”, che avrà due sedi espositive, palazzo Della Corgna e il museo civico diocesano di Santa Maria dei Servi.

La mostra che verrà inaugurata sabato 1 luglio e durerà sino al 30 settembre 2023,  si svilupperà intorno ai focus iconografici dei principali temi delle opere del Perugino a Città della Pieve: la Natività, il Battesimo, la Deposizione dalla Croce e il Compianto su Cristo morto, che rappresentano alcuni dei momenti più significativi del suo innovativo e rivoluzionario percorso artistico. Dopo anni di incessante lavoro e intensa progettazione si si sono concretizzati gli importanti prestiti che porteranno a Città della Pieve circa 30 opere, oltre a quelle già possedute dalla città, del Perugino e di pittori contemporanei al Divin pittore umbri e toscani, mai riunite tutte insieme prima d’ora, provenienti da musei ed enti culturali nazionali ed internazionali, da Vienna, dalla Galleria degli Uffizi e dai Musei Vaticani.

La vita, l’arte e alcune delle opere più importanti di Pietro Vannucci saranno al centro del calendario pievese di quest’anno, con numerose iniziative che accompagneranno il pubblico a ripercorrere le sue orme, nei luoghi dove nacque, visse e fu ispirato per realizzare i suoi magnifici capolavori, ma anche partecipando a eventi, laboratori e intrattenimenti a tema.

Secondo grande evento nel 2023, il 50° anniversario di Umbria Jazz, in programma a Perugia dal 7 al 16 luglio 2023, un sogno iniziato nel 1973. Gli organizzatori promettono che sarà un’edizione sorprendente, magica, stellare, per festeggiare insieme i 50 anni del festival più bello del mondo.

Il festival attira ogni anno migliaia di appassionati provenienti da tutto il mondo. Il programma prevede concerti, masterclass e workshop con alcuni dei più grandi nomi del jazz internazionale.

Il nome da Olimpo della musica, il grande fuoco d’artificio da sparare per i 50 anni di Umbria jazz , è quello di Bob Dylan. Le trattative, come confermano più fonti tra Regione, Comune di Perugia e Fondazione UJ, ci sono state e vanno avanti ormai da molti mesi lungo l’asse che collega l’entourage del Menestrello, il festival e la Regione. Dylan è stata di fatto la prima scelta quando UJ ha cominciato a immaginare la fondamentale edizione del cinquantesimo.
L’11 luglio il grande jazz con Brad Mehldau, oggi uno dei pianisti più affermati e completi grazie alla sua intensità che lo rende tutt’uno con il suo pianoforte, in trio con Larry Grenadier al contrabbasso e Jeff Ballard alla batteria,.
Il 12 luglio Rhiannon Giddens, un’artista intelligente e sensibile che indaga nel profondo delle radici della musica popolare americana, e non solo, in duo con il chitarrista e compagno  italiano Francesco Turrisi, e Snarky Puppy, che è diventata in poco tempo una delle sigle più popolari del mondo del jazz e della fusion.
Il 13 luglio Ben Harper, con gli Innocent Criminals:  dall’album d’esordio Welcome To The CruelWorld (1994) Ben Harper ha fatto uscire una serie straordinaria di dischi che lo ha consacrato songwriter di potenza unica e performer capace di spaziare tra i generi con la impareggiabile abilità di mescolare il personale e il politico.
Il 14 luglio arriverà invece Stewart Copeland con l’Umbria jazz Orchestra.
«Copeland – spiega il festival in una nota – è universalmente noto come il batterista dei Police. Nel leggendario trio che ha lasciato un segno tuttora forte nella storia del rock, Copeland ha portato quel mix di ritmo rock e reggae che è stato il marchio di fabbrica della band. E ai Police è dedicato questo ambizioso progetto orchestrale che riveste quelle canzoni (Roxanne, Don’t Stand So Close To Me, Message in a Bottle e tante altre hit) di una inedita forma».
Il 16 luglio, unica data in Italia,  un grande rocker e altrettanto grande bluesman, spesso entrambe le cose: Joe Bonamassa, semplicemente uno dei più grandi chitarristi di sempre, che fonde cuore e intelligenza musicale con una profonda cultura della musica popolare.
Che amiate l’arte, la musica o il buon cibo l’Umbria non potrà mancare tra le vostre destinazioni top per il 2023.
Gabriel Betti

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